«No man is an island entire of itself; every man
is a piece of the continent, a part of the main;
if a clod be washed away by the sea, Europe
is the less, as well as if a promontory were, as
well as any manner of thy friends or of thine
own were; any man’s death diminishes me,
because I am involved in mankind.
And therefore never send to know for whom
the bell tolls; it tolls for thee»
John Donne nacque a Londra nel 1572 da una famiglia cattolica; educato dai Gesuiti, in seguito entrò all’università di Oxford, dove formò la propria cultura letteraria e filosofica. Dopo alcuni anni divenne membro della corte del conte di Essex, che seguì nelle spedizioni a Cadice e alle Azzorre. Tornato a Londra, Donne divenne segretario di Lord Egerton, guardasigilli del re; tuttavia, nel 1601, in seguito al matrimonio segreto con Anne More, nipote di Egerton, il poeta conobbe il carcere e l’esclusione dalla corte. Dopo aver vissuto a Mitcham in condizioni di assoluta miseria, Donne venne riabilitato dal re Giacomo I, anche in seguito alla sua conversione all’anglicanesimo. Nel 1615 prese gli ordini sacerdotali e, grazie all’ abilità dimostrata nella predicazione, fu nominato cappellano di corte. Inoltre, nel 1621 venne eletto decano della cattedrale di Saint Paul a Londra. A causa del peggioramento delle condizioni di salute, il poeta morì nel 1631.
John Donne è celebre in primo luogo per le numerose poesie d’amore (Songs and Sonnets), le rime (Poems) e per i sermoni (Sermons), tra i quali il celeberrimo No man is an island (Meditation XVII). Scrisse anche poesie teologiche (Holy Sonnets, Hymns), alcune elegie e satire. Tra le opere in prosa si possono ricordare Biathanatos (1608), una meditazione sul suicidio, Pseudo-martyr (1610) e Conclave Ignatii (1611), una polemica anticattolica.
Rispetto al preziosismo verbale comune nella lirica inglese dell’epoca, la poesia di Donne è costituita da un intreccio di motivi emotivi e sentimentali, nella ricerca continua di un collegamento tra esperienza sensibile e speculazione intellettuale e morale. Questi elementi sono tipici della poesia metafisica, una tendenza espressiva della lirica inglese diffusasi nel XVII secolo, caratterizzata appunto da concettismo e similitudini ingegnose tra oggetti concreti e astratti. Frequente è pertanto la trascrizione di concetti astratti in oggetti concreti e, viceversa, la trascrizione degli oggetti dell’esperienza in termini filosofici e teologici. Da ciò deriva una poesia ricca di immagini e altamente evocativa, che , unendo esperienza e speculazione, trasforma il pensiero in qualcosa di «apprensibile ai sensi».
Un’altro aspetto della poetica di Donne è l’analisi di uno stato d’animo, per cui i suoi componimenti testimoniano spesso un percorso esistenziale scandito da immagini, volte a testimoniare l’interiorità dell’autore. Da ciò si comprende il motivo per cui egli venga considerato il principale dei poeti metafici, soprattutto per l’impiego di un linguaggio figurato inteso ad esprimere speculazioni e concetti astratti.