Secondo un nuovo rapporto dell’Associazione Italiana Editori, quest’anno le vendite internazionali di diritti editoriali per titoli italiani sono in buon aumento.
Un nuovo report presentato dall’AIE, Associazione Italiana Editori, riferisce un aumento dell’8,7 per cento delle vendite di diritti internazionali di libri italiani rispetto al 2018. La percentuale corrisponde a un totale di 8.569 vendite di diritti.
L’acquisto in Italia di diritti per produrre opere internazionali in italiano presenta un aumento più contenuto: il 3,1% rispetto agli acquisti del 2018.
Il mercato italiano, in altre parole, sta acquistando più titoli internazionali per i suoi consumatori di quelli che vende, mentre le sue vendite di libri Italiani all’estero stanno aumentando di oltre il doppio rispetto agli acquisti.
In una prospettiva più ampia, dal 2001, la vendita dei diritti sui libri italiani all’estero è aumentata di circa cinque volte (nel 2001: 1.800), mentre gli acquisti sono quasi raddoppiati (nel 2001: 5.400).
In termini di genere, tutto più o meno invariato rispetto al 2018. Presi insieme, libri per bambini e romanzi rappresentavano il 64,3% delle vendite, ma i contenuti per i lettori più giovani hanno subito una leggera battuta d’arresto (38% invece di 39%) mentre i romanzi sono cresciuti leggermente.
I piccoli editori fanno la parte del leone
Praticamente la metà dei diritti dei libri, il 49,5%, viene acquistata da editori di piccole e medie dimensioni.
Chi compra maggiormente i libri italiani?
Secondo quanto riferito, l’Europa è ancora il principale mercato per la vendita di diritti italiani, pari al 64,2%. Gli acquisti dall’Asia, tuttavia, sono quasi raddoppiati balzano quest’anno al 26,3% rispetto al 14,3% dell’anno scorso.
Grosso calo invece nel Nord America (-36,7%), Medio Oriente (-14,6%) e Sud America (-8,3%).
Chi ama di più i libri italiani all’estero in Europa?
In termini di vendite europee, la ripartizione comprende:
Spagna (20,3% del totale delle vendite europee di diritti italiani), l’area dei Balcani (16,2%), la Polonia (13,1%) e l’Ungheria (4.7%).
In una dichiarazione che accompagna il report, l’AIE afferma: “Questi risultati confermano che l’internazionalizzazione è un processo che avvantaggia tutti i settori del mercato italiano, dai grandi gruppi agli editori di medie e piccole dimensioni.”