Divier Nelli (Viareggio, 1974) vive a Firenze. Scrittore, editor, consulente editoriale e insegnante di narrazione, ha diretto i Gialli Rusconi. Ha esordito nel 2002 col romanzo La contessa, cui sono seguiti Falso binario, Il lungo inganno (scritto a quattro mani con Leonardo Gori), Amore dispari e Coma. Molti suoi racconti sono apparsi su riviste e antologie, tra cui Drugs (Guanda), di cui è stato anche curatore. La sua opera più recente è Il giorno degli orchi.
Un paese sui colli fiorentini, ai giorni nostri. Aurora è una ragazzina bella e sfrontata, consapevole fin dalla prima adolescenza del suo fascino e di come sia possibile utilizzarlo per sedurre compagni e uomini adulti aumentando il proprio potere nel gruppo, senza mai concedersi. Con due amici organizza piccoli furti nelle classi del suo liceo e nei negozi per avere denaro da spendere in feste e oggetti preziosi. Ma i soldi non le bastano mai, e Aurora ha la brillante idea di adescare, con falsi account e false foto, i pedofili in rete, per poi ricattarli. Un gioco perverso che però sembra funzionare. Aurora è avida, moltiplica gli account. Nella vita ha altre aspirazioni che fare la commercialista come suo padre. Vuole lavorare nel mondo del cinema o della tv, diventare ricca e guardare dall’alto tutto e tutti. Finché un giorno un Orco risale alla sua vera identità e comincia a minacciarla…
Ciao, Divier. Gli adolescenti del tuo ultimo romanzo, Il giorno degli orchi, non corrispondono allo stereotipo dell’innocenza e dello sguardo incantato sul mondo. Sono adolescenti “cattivi”, soprattutto la protagonista, la poco simpatica Aurora, cinica e manipolatrice, leader della piccola comitiva di maschietti adoranti. Ma niente è come sembra, in fondo; e, senza fare anticipazioni, ti chiedo di raccontare ai lettori del blog la tua visione non solo e non tanto della generazione che descrivi, ma in generale del rapporto tra adulti e adolescenti, del ruolo della famiglia e della scuola in una crescita che a me sembra vissuta senza guide alle quali si possa riconoscere la necessaria autorevolezza.
Quella che racconto nel libro è una situazione estrema. Gli adolescenti di oggi hanno enormi potenzialità, non sono tutti come Aurora e la sua banda di amichetti. L’adolescenza è il momento di passaggio più delicato della nostra esistenza, pieno di emozioni di ogni tipo che vengono vissute con grandissima intensità. Spesso gli adulti dimenticano di esserci passati e aver provato più o meno gli stessi stati d’animo. Non credo che certe cose accadano soltanto per mancanza di una guida autorevole. A volte certe cose accadono e basta. Si sommano delle variabili che prese singolarmente sarebbero innocue, ma tutte insieme possono spingere i più giovani a prendere decisioni sbagliate. Non ho figli e non sono un esperto del settore, quindi non sono la persona più adatta a parlarne. Ma credo che essere genitore sia il mestiere più difficile del mondo. Spesso qualsiasi decisione può rivelarsi sbagliata. Sarebbe bello possedere una ricetta, una formula da applicare per risolvere questo tipo di problemi.
Anche per gli orchi del tuo romanzo non valgono gli stereotipi. Non dico di più perché secondo me è giusto che i lettori si addentrino nella storia senza pregiudizi, però vorrei chiederti qualche considerazione sul fenomeno della pedofilia (certo tutt’altro che nuovo) ai tempi di Internet.
Prima dell’avvento della Rete e dei social, coi figli a casa i genitori si sentivano tranquilli. I pericoli si trovavano in luoghi fisici ben precisi. Ora purtroppo non è più così. Un orco può contattare un ragazzino che abita a chilometri di distanza, addirittura in un’altra nazione, un altro continente, in qualsiasi momento della giornata e senza che nessuno se ne accorga.
E adesso la domanda sulle letture che faccio sempre agli autori. Cosa leggi di solito e cosa stai leggendo adesso?
Sono un lettore onnivoro, non faccio distinzione riguardo ai generi. Sono un amante di Georges Simenon, e in questo momento sto leggendo, anzi finendo, il suo romanzo “Il sorcio” da poco uscito per Adelphi.
Grazie, Divier, per il tuo tempo e le tue risposte.
Grazie a te per questa intervista.