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Marta giaceva riversa a terra, con gli occhi spalancati ed il viso insanguinato, fissava il vuoto di chi non ha ancora raggiunto la pace eterna, ma sicuramente ha lasciato questo posto che noi ci ostiniamo a chiamare “realtà”.
“Che… cosa hai fatto?!”
“Claudio, ecco, tua madre aveva iniziato a sospettare, era sempre più diffidente con me, mi accusava di essere coinvolto nell’incidente di tuo padre, non mi avrebbe permesso di vederti crescere, sei così grande ora!”
“Mamma! Tu non…perché ?” riuscì a malapena a chiedere, spostando lo sguardo dal cadavere della madre al viso del suo assassino.
“Ascoltami Claudio, io ti sono stato da sempre vicino, sin dal primo momento della tua nascita, volevo insegnati tutto ciò che sapevo, tutto quello che la vita ha da offrire, ma tuo padre non me lo permetteva, diceva che il mio era un attaccamento innaturale, già, come se fosse lui a decidere cosa fosse naturale e cosa no!
E così decisi di prendere la situazione in mano, per il tuo bene, decisi di aiutarti, eliminando ogni ostacolo tra me e te…”
“Di cosa stai parlando? Mio padre è stato investito da un auto”
“Questo lo so Claudio, ma non andò come tu credi”
“Ma l’auto, hanno trovato l’olio sull’asfalto, é stato un incidente!”
“Un evento avviene solo se ne veniamo a conoscenza, fino a quel momento é come se nulla fosse accaduto, ma ora non importa più, finalmente siamo io e te. Vieni, abbraccia tuo zio.”
“Tu… Tu hai ucciso mio padre, hai ucciso mia madre, per cosa? Dici di averlo fatto per me, ma io ora sono solo..”
“Hai me”
“No, non ho più nessuno, tu non sei nessuno, sei un assassino!”
“Dai Claudio, non fare così, ecco, ti ho portato il trenino a vapore, me lo chiedesti nella lettera quando avevi 4 anni, ricordi? Tuo zio non ha mai dimenticato”
Ci fu una lunga pausa, Claudio era tramortito e non sapeva cosa stesse succedendo precisamente, gli sembrava solo un brutto sogno, un pessimo scherzo di cattivo gusto, e voleva farla finita. Gli tornó alla mente un vecchio nascondiglio del padre, dove era solito tenere un’arma, la sua fedele pistola con la quale una volta mise in fuga dei rapinatori in casa, doveva solo arrivare all’armadio.
“Zio, hai ragione, ormai non è più sensato stare qui, andiamo via, prendo dei vestiti” Fece per avvicinarsi all’armadio.
“Fermo, non vuoi prima dare una bacio a tuo zio ?”
Claudio, senza aggiungere nulla, bació la guancia sinistra dell’assassino dei suoi genitori, corse verso l’armadio, estrasse la pistola e fece fuoco.
Il primo proiettile lo colse alla spalla, dando il tempo a zio Serafino di avvicinarsi e impugnare la pistola per la canna, partí un secondo colpo, dritto in fronte. Morto.
Fu da quel giorno che Claudio, solo ed infelice non per sua scelta, volle dare un’opportunità ad ogni bambino, e ad ogni giocattolo, bambola e dolcetto che consegnava, pretendeva solo che gli si scrivesse una lettera, così, per non dimenticare.
[the-series]