«Tutto ciò che è improvviso reca danno al cuore. Un fulmine, per esempio, è un vero e proprio pericolo. Attraversa il corpo, bruciando parecchi grammi di fibra sul suo cammino: un danno tollerabile, purché non raggiunga il cuore. Quando succede a una creatura molto grande, per esempio a un alce, il cuore mantiene il suo stato organizzato, ma la sua routine viene mandata all’aria. Il sangue viene trasportato nella direzione sbagliata e il ritmo diventa incostante, inebriato, euforico. Un fulmine causa rapidamente l’effetto che le emozioni ottengono a lunga scadenza: una versione accelerata del “cuore infranto”. Le emozioni possono far molto male al cuore. Eppure secondo gli antropologi le emozioni, come ad esempio il dolore, contribuiscono alla sopravvivenza della specie. Come lo si può dimostrare? La prova è che se così non fosse non esisterebbero. Non tutti gli animali a quanto pare traggono beneficio da determinate emozioni: il cuore del calamaro, per esempio, non accelera i suoi battiti durante l’orgasmo. Ma delle emozioni degli animali che non sono in grado di comunicare con noi sappiamo ben poco.»
Irene Dische, Un accordo drammatico