Neil Gaiman, brillante scrittore e fumettista, ha raccontato la settimana scorsa durante una lectio magistralis a Londra lo scenario futuro di lettura e librerie.
“Le librerie sono importanti. Leggere di gusto della buona narrativa è una delle cose più rare e belle che ci siano. Il mondo rischia tantissimo di perdere luoghi come le librerie, e siamo tutti in pericolo per questo. Io per primo: scrivo da 30 anni e mi guadagno da vivere raccontando a ragazzi e ad adulti. Per quanto grande possa essere il pericolo che corro da scrittore, purtuttavia, corro maggiori rischi come lettore.
C’è bisogno di governi che appoggino e promuovano programmi culturali, di iniziative che favoriscano la lettura, perchè leggere cambia la vita di ognuno di noi.
Una volta ero a New York e ascoltai un convegno sulle prigioni private (un grande business in America). Ci sarà un gran bisogno di prigioni, con l’aumento della criminalità che si prevede. E sapete come fanno a prevedere il numero dei criminali? Usano un algoritmo basato sulla percentuale di ragazzi tra i 10 e gli 11 anni che non leggono. Non si può dire che una società di persone acculturate sarebbe priva di criminalità, ma c’è una correlazione molto stretta tra cultura e onestà.
La narrativa ha due scopi. Il primo, è un potente attivatore della lettura: ci spinge a voltare pagina, a capire cosa succede dopo e a proseguire in un racconto. Ci forza spesso ad imparare nuove parole e a sviluppare un nostro ritmo. Una volta partiti con la narrativa, siamo potenzialmente in grado di leggere, e ancor più comprendere tutto ciò che leggiamo. Dio solo sa quanto sia importante questo: con l’esplosione del web ci ritroviamo ogni giorno a navigare tra le parole. Comprendere cosa esse vogliano dire è tutto per il nostro futuro.
Il modo migliore di coltivare giovani acculturati è insegnare loro a leggere, e mostrar loro che leggere è piacevole. E questo si traduce, molto più semplicemente, nel trovare libri che gli interessino, dare loro accesso a questi libri e lasciare che li leggano. Non esistono libri cattivi per un ragazzo. E’ un’attitudine da ‘adulti’ quella di bollare autori, o generi, o titoli come ‘cattivi’. L’ho visto fare: certi testi, certi fumetti sono stati spesso marchiati a fuoco come ‘cattivi’. E’ snob e da folli. Ogni ragazzo è diverso e mette la sua vita nella storia che legge: questo incontro non deve essere ostacolato in alcun modo, mai si ostacoli un ragazzo che legge un libro che riteniamo ‘cattivo’.
La narrativa che non ci piace può portarci verso libri che scopriamo di amare. Gli adulti benpensanti possono distruggere in un attimo l’amore di un ragazzo per la lettura e convincerlo che si tratti di un esercizio spiacevole e poco interessante.
Il secondo scopo della narrativa è costruire empatia. Quando guardi la TV stai osservando cose che accadono ad altre persone. La narrativa è una storia che si sviluppa come una musica con 26 note (le lettere dell’alfabeto) ed un maestro d’orchestra: tu. E’ la tua immaginazione che interpreta questo spartito e lo rende unico, la tua lettura di un libro è diversa da quella di chiunque altro, anche se il libro è lo stesso. E per inciso, non credo che tutti i libri del mondo finiranno su uno schermo.
Douglas Adams mi disse, più di 20 anni prima dell’invenzione del Kindle, che un libro è come uno squalo. Gli squali sono dannatamente vecchi, antichi: c’erano squali nell’oceano ben prima dei dinosauri. E la ragione della loro persistenza è semplice: gli squali sono i più bravi del mondo a fare gli squali. I libri stanno bene nella tua mano, stanno bene nelle librerie. Le librerie sono luoghi che offrono pari accesso a tutti i cittadini, sono posti di conoscenza e di uguaglianza. Sono spazi comuni, luoghi di salvezza.
Sono posti con librai dentro. E come saranno in futuro dipende da come sapremo immaginarle oggi. Viviamo oggi più che mai in un mondo guidato dalle informazioni: abbiamo bisogno di leggere e scrivere, comprendere un testo, coglierne le sfumature e farle comprendere agli altri. Le librerie sono le porte del futuro, chiuderle significa accecarsi da soli e condannarsi al buio.
Abbiamo l’obbligo di dire ai nostri politici cosa vogliamo, di votare contro i politici di qualsiasi partito che non comprendano il valore della lettura e il suo potere di creare cittadini migliori. Non è questione di partiti. E’ questione di collettività. Ad Einstein una volta chiesero cosa consigliasse alla società per produrre ragazzi più intelligenti. La sua risposta fu: ‘Se vuoi che tuo figlio sia intelligente, leggigli delle favole. Se vuoi che sia più intelligente, leggigli più favole’.
Sogno un mondo in cui i ragazzi abbiano il potere di leggere, di essere letti, di immaginare, di comprendere”.