«Tutti noi siamo condannati a un solitario confino all’interno della nostra pelle, a vita».
Thomas Lanier Williams nacque il 26 marzo 1911 a Columbus, nel Mississippi; fin dall’infanzia l’autore ebbe un difficile rapporto con il padre, un uomo interamente devoto al proprio lavoro che dedicava poco tempo alla famiglia. Il trasloco a Saint Louis nel Missouri e i frequenti litigi dei genitori influenzarono negativamente il carattere del piccolo Thomas, determinandone il carattere introverso e la necessità di scrivere per dare libero sfogo ai propri sentimenti. Non c’è da stupirsi, quindi, se in alcuni personaggi delle sue opere si possano rintracciare i tratti dei genitori dello scrittore: la madre di Williams fu infatti il modello a cui egli si ispirò per il personaggio di Amanda Wingfield ne Lo zoo di vetro (1944).
Nel 1929 l’autore si iscrisse all’università del Missouri, ma ben presto a causa delle pressioni del padre fu costretto a lavorare presso l’International Shoe Company, un’occupazione che Williams detestò e a cui cercò sempre di affiancare la scrittura. Questa ingestibile situazione determinò ben presto una crescente depressione nello scrittore, che lo portò ad abbandonare il lavoro e ad iscriversi all’ università di Iowa nel 1937, laureandosi l’anno seguente.
Con il trasferimento a New Orleans cominciò la carriera vera e propria di Williams, il quale cambiò il proprio nome in quello di Tennessee e modificò radicalmente il proprio stile di vita, immergendosi nella frenesia della città. A New Orleans l’autore compose molte delle sue opere teatrali, tra cui Un tram chiamato Desiderio (1947), con cui Williams affermò definitivamente il proprio status di commediografo e grazie a cui vinse il primo Premio Pulitzer. Le successive opere (La gatta sul tetto che scotta e La dolce ala della giovinezza) riscossero lo stesso successo di pubblico.
Tuttavia a questi anni d’oro seguì un periodo di insuccesso che lo scrittore affrontò rifugiandosi nell’alcol, tanto da essere ricoverato nel 1969. Dopo essersi apparentemente ripreso, Williams si dedicò ancora alla composizione di alcune opere teatrali e alle Memorie (1975), scritto autobiografico in cui l’autore riversa le proprie afflizioni e descrive la difficile convivenza con la propria omosessualità. Questi tormenti continui si unirono alla dipendenza da droghe e alcol, portando lo scrittore alla morte il 25 febbraio 1983.
È indubbio che Tennessee Williams possa essere considerato uno dei principali e più influenti commediografi americani del 900: i personaggi usciti dalla sua penna permettono di comprendere la società americana dell’epoca, anche grazie all’impiego di quello che l’autore definisce «realismo poetico». Si tratta di un espediente per cui oggetti di uso quotidiano acquistano un simbolismo e una determinata connotazione se descritti e presentati ripetutamente in un determinato contesto. Oltre a ciò, i temi principali nelle opere di Williams sono connessi alla brutalità e alla violenza umane: molti sono infatti i personaggi folli o ninfomani che commettono incesti o violenze; questi tratti si ritrovano ad esempio nei personaggi di Stanley e Blanche ne Un tram chiamato Desiderio. Lo stesso autore fu più volte costretto a difendersi dalle accuse di quanti criticavano e giudicavano eccessiva la sua ossessione per gli episodi più brutali delle vicende narrate; tuttavia Williams sostiene che proprio la brutalità sia una componente determinante della condizione umana. L’altra componente fondamentale è la solitudine, una condizione quasi esistenziale che l’autore sperimentò in prima persona e a cui fu condannato per tutta la vita, anche a motivo della propria omosessualità.