Da un anno rifiuto, rettamente, la forma della recensione, chè troppo soffocante, ed escludente la pienissima introspezione luciferina; quest’ultima soluzione, non-ubriaca, è da me prescelta, per dire di un libro il suo contrario, ovvero conoscerne il gemello non chiarissimo, ma rappresentante la Veritas spiritica della carta. Pertanto, questo, prossimo, pseudo-scorrimento di glossa cerebrale, nasce da un rapporto fraterno venutosi ad intrattenere con Emanuele Tonon, entrambi condannati alla morte come ad una preghiera di whisky, davanti ad una tomba lercia e disperatissima; così, io, piegato dentro una rabbia in tensione impura, perchè limpida, dichiaro ciò:
A Silent hill ci si è mossi, fratello senza benedizione, con bussole storte mentre Il Nemico acchiappava, con mani giunte, mosconi appiccicati al tondo cerchio della torcia; le bestemmie le condivamo, le condivi, di vino tralasciato, grumi di mosto si sperdevano per la nebbia, e nella nebbia il tremore della dispersione dei legami rigirava, come in tranelli confusi dal sangue-Vino, l’indovinello per copiare la Fede sopra la Mappa. A Silent hill, gli Dei, abbattuti, da te, per un rinnovato meccanismo, Santissimo Santissimo, di bicchieri di alcol puro, ti toglievano la paga per ritrovare tuo Padre. Epperò non negavi Mary, attrazione libidinosa della Santa, perchè linearmente comprensiva del Mistero del Sotto-Terra, della schiettezza del bruciore di stomaco dopo un sorso lattiginoso dalle sue mammelle pendule, della rugginosa alterazione della faccia quando si viene posseduti, I Prescelti I Prescelti, da una macchina semi-precipitata in un vallone che porta agli Inferi, che sono amici.
Ora, la Luce s’è ritorta contro il suo integrale e precipuo colore “buono” , chè, fratello catacombale, la messa rigata dalla carne che accoglie l’anello e la sborrata s’annidano nel ventre, e da esso piccoli demoni sfaldano la placenta… da Essi è nato e nacque L’ Amore. Fratello, nelle notti contorte, dove pure la luna pulsa di sperma di bourbon, la Luce bussa trafiggendo la povertà, invertendo le Beatitudini, svelando, i tuoi pianti inghiottiti: Lei li sentirà, lei nella dignità (che il Cristo non può, da Non-Uomo McCarthyco, intravvedere), t’accoglierà tra le sue informazioni più nascoste e ti segnerà il volto perchè le istruzioni siano di pelle. Il caffè, ora non più decaffeinato, bollirà dai crateri pulsanti tra le pareti… ma la porta non potrai aprirla, Fratello, chè i lucchetti ti indicano il buco da slargare in bagno, e la tua mamma, invece, ti griderà di non-aprire gli occhi; io da amico bukowskiano, ti cedo un tubo arrugginito per picchiare il rettangolo rotondo della tomba, e sotto Emanuele, lo sai, Loro bevono la pioggia che ora è cenere e nella cenere la colomba dello Spirito Santo è morta soffocata. Dal cielo, La Luce non vi filtra più, e lapilli di neve sgrigita riecheggiano nel tuo appartamento, penzolanti come la tua barba sminuzzata, che non devi accorciare, ma fartela accarezzare, da Lei; nella sua pancia c’era il Figlio dell’Uomo Ubriaco che ancora, di forma ellittica, accarezza; non sei imperfetto, fratello, non sei curvo come Gesù inchiodato, sei seduto con Bukowski e Moresco, nella Luce Pre-Prima, ed Enzuccì passandosi la crema Nivea t’osserva e non si vergogna e non perde Bellezza in povertà, t’aiuta con l’ammorbidente misericordioso e ti dà l’ostia poco costosa, ma che sazia nei secoli dei secoli.
… Ma nella Anti-Luce Successiva, quella dell’ adesso, sei conscio della nebbia silenthilliana e non ti suicidi, perchè sai che l’incontro con Lei ti riconduce in una tribolazione benefica, attuale, dove le stimmate non sono operaie ma duali: un pò tue ed un pò sue, profumate di prodotto pre-lavaggio, profumate di peccato del fine mese… me Lei a fine mese c’è, Lei a fine mese rivive, perchè tu fai i miracoli che la Bibbia non conosce… libro ignorante di una umanità mortalmente solitaria.
Se amate, cari lettori senza Luce, la tensione purissima della letteratura, leggete: “La Luce Prima”; unico esemplare di coraggio beato e non-beato, dove il romanzo s’eleva a crocifissione salvifica, e dove la disperazione segue un’impronta bukowskiana ed una realtà moreschiana che dicono di come Il Verbo sia Insieme al Verbo dell’Amore materno: l’unico miracoloso.
Un Amen per il fratello catacombale, Emanuele Tonon.