“Sotterrate il cervello, ergete un’ anima schifosa:
La galera, il limo attaccato alle scarpe, il limo sbregato sul cielo di Knoxville: i pesci con i baffi che volano nella mia anima, e lo schifo s’eleva con i fumosi quartieri lontani dal fiume. Le ragioni dentro un fiumi, la ragionevolezza dello schifo sott’acqua, la lenza s’indurisce perciò non la abbandono: il cielo è schifoso come la durezza dei miei muscoli. Paiono molli, paiono neri e tutto pare la mia baracca.
Non mangio roba naturale, la scatola dei prodotti vomita vermiciattoli ed i ratti succhiano spaghetti incagliati fra le tavole di legno.
In galera facevo i lavori, in galera il tempo era schifoso.
Harrogate mi insegna la virtù dei rifiuti mentre i ratti se ne cibano l’articolazione interna: simile ad un gestore di circhi che procaccia malformazioni umane,Harrogate procaccia la morte delle città, la morte… quella ombrosa, quella dello stomaco dei ratti.
La baracca non è schifosa, il puzzo di limo, le esche s’aggrovigliano con il cielo: il cielo non smette di essere schifoso.
Prima ero viola per lo schifo dei cieli della galera, ora mi ci sono abituato.
E nell’abitudine la pioggia ingigantisce il nero del fiume: lo schifo è nero.
M’aggiro in città perchè dentro le drogherie il dolore del puzzo m’alimenta: tutto sta e tutto è “nella tragedia della puzza, che è lo schifo”.
Tramuto il mio passato in acqua limacciosa, in desolazione di sterrati, prima mangiavo ora sono un ratto con due denti: e tiro tiro tiro la lenza, e la barca galleggia sul nero, il nero-acqua… fa schifo il mio riflesso, il riflesso monocolore: nero.
E le voci della pioggia sopra il fiume me la fanno vedere, nel suono, anch’essa, l’acqua schifosa dal cielo, è nera: barattoli si riempiono, in grumose confusioni di mangiare e liquidi m’alzo.
Anche l’acqua s’ ingrossa: mangia troppo schifo.
Nel rancido clima paludoso, vicino all’acqua, la baracca collasserà.
Perderò l’anima, non mi ricorderò di aver avuto un’anima “prima”, così mi lancerò nello schifo: il fiume ha pescato la mia solitudine.
Sono schifoso.
Firmato: Suttree. “