Alice in Chains risonanti in metanodotti bucherellati da rosicchiamenti duplici di rivoluzione-sorcia, mani tra le mani di cinema spenti, piagnucolanti benzinai dormienti con un nichelino tra le palpebre ( presagio romano per incattivire un uso inutilizzato dai narcolettici hegeliani), Harry che si scopa la pompa di benzina, Santi che etichettano prodotti culinari sudamericani, lite tra coppie coscienti di decibel d’amore spenti prima del graffiato bruciore della miseria tutta sola: come la neve che ha le mestruazioni nella neve, come le mestruazioni che di bacche tingono portafortuna di Harry.
Domino e katana nei palmi dell’utente H mentre consuma tradimenti futuristici con una puttanella di 17 anni, traghetto che espira un fischio giù e giù e giù sino alla pesca della notte… il nocciolo e la buccia che rivogliono l’erezione dimmerda che fa l’uomo non solo un critico accademico ma, altresì, un disvelatore di magia nel ristorante cinese a tre passi da un appartamento cadente.
Le giornate si allungano nel rigagnolo dell’arteria sott’aceto, il taglio alla gota riluccica nella zampetta del grillo… monco insetto similare al canto del “passivo partecipe di una rissa”: “il passivo partecipe di una rissa” deve distinguere il sangue rappreso nella sua anima, dal sangue che s’erge nell’introspezione fallimentare di una sua semi-vita, sfortunata, attraverso lo spazio tra rami di un albero di spine. Ed il flusso di prostrazione all’ironia singhiozza con il bruciore del pancreas… piano, piano, la pillola galleggia nella tromba uterina, un rapporto emotivo si sfalda con Cristiddio ormeggiati nella lingua del “senso”… Opposto alla significanza di una reale solitudine di parole, di termini, di “x+y+z+ un CAZZO!!!”. Poco da spartire con il benessere di una famigliola con giardino incolto, con il sorridente dentifricio spalmato sui dentoni lerci di paste di verdure lesse!
Poco da assommare al buio della viuzza dove nevica: OIIIIII, solo per oggi nevicherà lì! Lì! Lì! A Brooklyn,a Portland, nel BUIO-AMORE-SPECCHIO SPACCATO DA UN’OMBRA-HARRY A FORMA DI DIO.
Piano… piano, il pubblico lascia gomme sotto i sedili. E tutto si consuma, e la luce si consuma, e gli occhi si consumano nella nuvola nerastra, e mi incanto nel panfilo di merda che rotea in miei sogni ad occhi semichiusi.
Harry è il “senso”, per lui nevica 360 giorni l’anno: i restanti sono gomme da masticare indurite.
15/10/1985- 11/05/2011: leggo Selby Jr e crepo. Ma gli istanti di morte cessano e i sali fanno effetto affinchè dica al mondo quanti pozzi sono vuoti, e quanta neve dimmerda bisogna spalare.
E spalare, e spalare.
Spero Dio sia uno spazzaneve.