Quella del Natale è una delle Feste più popolari al mondo: prima o poi tutti viviamo nella sua parusia, siamo cresciuti con qualche forma d’amore e ci pare di capire, ogni anno, che nell’aria dovremmo annusarne un pò di più proprio di questi tempi.
C’è qualche cosa che forse sapete a proposito del Natale, ad ogni modo mi sono preso la briga di scrivere qualche pensierino: una Confettura natalizia a vostro uso e consumo.
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Primo – Gesù non è nato il 25 Dicembre — E’ divertente notare quanta gente festeggi il Natale in quanto Compleanno di Gesù, senza realmente sapere quando questo è accaduto. La data in questione è oggetto di discussione da secoli, e diversi calcoli hanno come risultato il 28 Marzo, l’11 Settembre (già) e il 18 Novembre. La Chiesa ce l’ha messa tutta per trovare una data di comodo e alla fine ha scelto di avere una ‘compatibilità’ con il passato: i vecchi Saturnalia, riti Pagani, terminavano proprio il 25 Dicembre. Quale data migliore? Un pò come la Playstation 2, quando ha deciso di far funzionare anche i giochi della vecchia Playstation per tenersi buoni i clienti affezionati.
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Secondo – Un Natale Politically Incorrect. — Molte famiglie Ucraine decorano i loro alberi natalizi con ragni e ragnatele: secondo una vecchia storia, c’era una volta una donna così povera da non potersi permettere decorazioni. Un giorno, come per magia, scoprì che i ragni di casa sua avevano deciso di consolarla adornando il suo abete con le loro ragnatele, trasformate per l’occasione in fili d’oro e d’argento. E’ per questo motivo che in Ucraina trovare una ragnatela la mattina del 25 è segno di grande fortuna e prosperità. Facciamo un pò con quel che abbiamo.
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Terzo – L’ Incorrect divenuto Correct. – L’elogio della diversità è spesso assimilato e istituzionalizzato: un’altra versione della storiella narra che la povera donna Ucraina, determinata a regalare un Natale magico ai suoi bambini, versò sangue, sudore e lacrime per acquistare loro un alberello. Sfortunatamente un’orda di ragni (stavolta malevola: la demonizzazione inevitabile) distrusse il ninnolo e lo ricoprì di ragnatele. Il Bambino Gesù, mosso a compassione (allora la Marvel non c’era) decise di consolare la donna trasformando le ragnatele in fili d’argento. Aiutati che il Ciel t’aiuta. Preferisco la versione primigenia.
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Quarto – Fandonie! — Più o meno tra il 1649 e il 1660 il Parlamento Inglese abolì il Natale. Si, è successo davvero. Roba per una storia di Dickens, hah? Oliviero Cromwell, leader duro e puro, si convinse che celebrare la nascita di Cristo dovesse meritare più solennità e meno frivolezza. In luogo di feste e scambio di regali, un bel botto di sermoni e preghiere dalle Chiese di tutta l’Unione. E’ durata poco.
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Quinto – 71 anni — L’America, patria dei coloni inglesi, ha riflettuto parimenti sulla natura di questa festività (abdicando, alla fine, alla Coca-Cola). L’Alabama è stato il primo stato USA a fare del Natale una festa legalmente riconosciuta. Era il 1836. Gli altri Stati ci misero un pò per adeguarsi: l’ultimo, l’Oklahoma, lo fece solo nel 1907. E’ storia recente, vi pare?
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Sesto – La tregua— In omaggio allo spirito natalizio, una breve tregua fu siglata a mezzanotte del 24 Dicembre 1941: le trincee tedesche tacquero e, con sorpresa delle Forze Alleate, piccole bande militari intonarono canti di Natale. Il ‘cessate il fuoco’ durò cinque giorni: tempo di auguri e regali, con i nazisti che resero omaggio ad un celebre Ebreo.
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Settimo – Babbo chi? — Il format di Babbo Natale (Father Christmas in Inghilterra, Pere Noel in Francia) non è l’unico ad avere la licenza: diverse culture hanno eletto a portatori di regali personaggi dal nome variegato. Conoscete tutti Santa Claus, vero? E San Nicola? E la befana? Ne vogliamo parlare? Chi è questa vecchia che si permette di dare dolciumi ai miei figli. Chi la conosce. In Russia c’è Babouschka, in Spagna e Sud America invece opera la Triade (i Re Magi: ma con i cammelli in luogo delle Renne è una gran brutta vita).
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Ottavo – Cuori Caldi — Dimenticate la tombola e la canasta, il gioco natalizio che andava nel Medioevo si chiamava ‘Cuori Caldi’: Una specie di incrocio tra la moscacieca e lo schiaffo del soldato. Il giocatore veniva bendato e messo al centro di un cerchio, poi colpito dagli altri partecipanti: scopo del gioco era naturalmente indovinare il latore dell’ultimo colpo, pena la prosecuzione ad libitum della mattanza. Oggi sarebbe davvero d’aiuto per smaltire i pantagruelici cenoni italioti.
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Nono – Baciami, Stupido — Molto prima che gli innamorati e i lumaconi si scambiassero baci appassionati sotto il vischio, la popolare pianta conduceva una vita ben più morigerata: i Celti e i Teutoni credevano che avesse poteri divini e aumentasse la fertilità. Il vischio era talmente rispettato e amato che tagliarlo così, come viene, era considerato sacrilegio: occorreva un falcetto d’oro, e il ramo ottenuto non doveva toccare terra. Altro che limonare.
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Decimo – Il verde mangiare — Fame di Natale? Ok, le ironie in tempo di crisi sarebbero facili, ma ricordate che il vostro albero (se vero) è commestibile, e fa anche bene alla salute: Pigne e Pinoli hanno un ottimo valore nutrizionale. Se siete davvero avventurosi, poi, masticatevi anche gli aghi di pino: sono una vera bomba di Vitamina C. Non ripetete il pranzetto con agrifoglio e vischio, però: altrimenti il Natale lo passate orizzontali.
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Undicesimo – Jingle Bells — Jingle Bells è una delle canzoni più popolari del Natale, ma non era stata pensata per questo scopo. L’attuale versione cantata non fa menzione di tre versi del testo originario. Jingle Bells narra la storia di un ragazzino che, su uno slittino, prende a bordo una ragazzina (Miss Fanny Bright) ed insieme perdono il controllo cadendo: per peggiorare la cosa, un rivale amoroso assiste alla scena e prende in giro il protagonista. Il brano termina con il ragazzino che racconta l’incidente ad un amico e gli dà consigli sul rimorchio di fanciulle in slittino.