Raccogliere il meglio ed esibirlo come ad una fiera: in fondo un libro è un po’ anche questo, no? E allora i Tre Libri di oggi sono dei piccoli campionari di meraviglie, di situazioni, di notizie, di invenzioni; alla fine di storie, raccontate o solo suggerite.
Partiamo!
Il mistero delle fiabe divorate, Carolina D’Angelo (illustrazione Andrea Rivola, Kite Edizioni)
Si sveglia nel cuore della notte, la piccola Giovanna con i capelli alti un metro e il camicione da notte: qualcuno si lamenta per il furto di una mela. Sembrerebbe una ragazza con intorno sette piccoletti: un lungo inseguimento che coinvolge anche cacciatori e principi si è concluso con la rocambolesca fuga del ladro; il tutto però accade dentro la nutrita (è il caso di dirlo) libreria della stessa Giovanna, che pian piano vede sparire anche i fagioli di Giacomo, la zucca di Cenerentola, le scodelle di zuppa di Riccioli D’Oro, persino tutta la casetta della strega di Hänsel e Gretel: ne rimane solo il pavimento e il water con un rotolo di carta igienica, fortunatamente ancora fornito. Ma chi sarà il ladro di tutto il cibo delle fiabe? Ovviamente il protagonista di un altro libro, che non vi sveliamo: con tutte le sue grasse pagine finirà nello scaffale dei testi di cucina della mamma, lì troverà pane per i suoi denti lasciando in pace le storie di Giovanna.
Il libro di Kite è una carrellata di favole coloratissime scorre pagina dopo pagina: le facce meste e le cascate di lacrime dei personaggi privati del loro ben di dio – godetevi Charlie di spalle con il biglietto d’oro davanti alla fabbrica Wonka svaporata, o la postura di Cappuccetto Rosso e del lupo davanti ad un paniere di frittelle ormai vuoto – sono qualcosa di strepitoso. I rifiuti e i torsoli che piovono dal pesantissimo volume del ladro evocano un Pollicino a rovescio, mentre Giovanna sfodera una gru da cantiere per sollevare quel libro insaziabile che ha divorato tuti gli altri. Forme tondeggianti, dettagli curatissimi, colori e sfumature ricchissime: Il mistero delle fiabe divorate è una meraviglia, non c’è molto da aggiungere. Ora scusate, vado che mi è venuta una certa fame.
Stranimali, Coca Frigerio (illustrazioni di Alberto Cerchi, Lineadaria)
Lo citavo come un grande spauracchio della fanciullezza qualche articolo fa: l’ipotetico “Il Grande Libro degli Animali”, in tutte la declinazioni seriose e vagamente scolastiche con le quali il titolo è imparentato, è uno dei regali di Natale più temuti dai bambini – a meno che non siano dei nerd in erba, entomologi in nuce o avidi lettori a prescindere.
Ci voleva un titolo stra-vagante e stra-lunato come Stranimali per sparigliare il concetto di bestiario rendendolo poetico: niente di scientifico o pruriginoso (chi di voi, ormai, non sa che la mantide religiosa si mangia il compagno dopo l’accoppiamento? Tranquilli: non lo rileggerete anche qui per la millesima volta), ma rime ora eleganti, ora buffe, talvolta quasi surreali che descrivono in poche righe le creature più originali e stuzzicanti del nostro affollato pianeta. Elefanti o ippopotami, struzzi e persino pantegane, e poi suricati, tarsi e moloch: dalle coppie di pagine quadrate di Stranimali salta fuori un tripudio di animaloni e animaletti, tutti virati in un grigio-verde e graficamente “sporcati” con un effetto molto di design. Il lavoro sulle illustrazioni di Alberto Cerchi è di grande personalità, le rime di Coca Frigerio facilmente memorizzabili: l’indicazione di età suggerita dall’editore – e che condividiamo – è 4+. Prendete nota!
Giro, ghirotondo e altre scelte ortografiche, Rossana Colli e Cosetta Zanotti (illustrazioni di AntonGionata Ferrari, Erickson)
Ma quante saranno mai le regole della nostra ortografia? Uuuh, non fatemici pensare, che altrimenti mi rimbalzano in mente i primi patimenti delle elementari: gherigli con l’acca o senza? E col g+l o con la doppia elle? Soprattutto: quando mai avrò detto “gherigli”?
Per fortuna c’è chi l’ortografia la sa spiegare, a colpi di filastrocche studiate ad hoc per non aver più paura delle regole e dei trabocchetti: il bel librone orizzontale della Erickson, casa editrice trentina specializzata in educazione e didattica, è un susseguirsi di racconti in rima da cui piovono ghi, gi, ghe, ge, scia, scie, e poi accenti, apostrofi, c’è contro ce, ha contro a, qui contro cui… In un bello stampatello maiuscolo, agile anche per chi manifesti i primi disturbi di dislessia o disortografia, scorrono tra le pagine regine che saltano sulle dita, maghi d’inverno, cagnolini imperiali, indiani del monte Cangadù e parole che si bagnano: le difficoltà ortografiche sono rigorosamente in rosso per balzare subito all’occhio, le rime hanno un gusto rodariano per fantasia ed effetto; i disegni di Ferrari, come nel suo stile, mettono insieme divertimento, classe, semplice schizzo e precisione del tratto: illustrazioni antiche e modernissime contemporaneamente, indimenticabili.
Il volume è destinato ai bambini del primo biennio della scuola primaria ed è fornito di “consigli di utilizzo” per insegnanti o anche solo genitori. Detto questo, per chi volesse ripassare – o per chi ne avesse bisogno, anche tra le penne più quotate, ehm, io la butto lì – Giro, ghirotondo è la lettura definitiva. Io l’ho tutto sottolineato: col cavolo che ve lo presto!