Volevo sfidare l’abisso
oltre l’altura delle parole
caute e avvolgenti
di uno spirito ribelle,
cercando nel movimento
di tempeste infuocate
una fuga verso
l’indicibile rumore
dell’esser solo.
Ho amato qualcuno
in una fredda
illusione d’abbraccio,
aprendo il cammino
verso il deserto
dell’anima che avvolge
il mio io, straniero
al mondo.
Ho lasciato che
afferrasse la mappa
e portasse da me
il suo tormento,
vaneggiando su un
possibile sogno
di appaganti momenti.
Infine mi arresi
alla maestria del
suo verbo, bagnato
di lucido controllo,
e divenni una macchia
su un foglio già scritto.