Gaio Svetonio Tranquillo – avvocato, scrittore, studioso ed erudito – ha segnato la propria carriera letteraria con il genere biografico, diventando, di esso, maestro indiscusso.
Due sono le raccolte di biografie che si sono conservate, seppur parzialmente: De viris illustribus e De vita Caesarum. Difficile stabilire la data di composizione e pubblicazione delle due opere, ma con tutta la probabilità la prima – una silloge di biografie dedicata agli uomini di lettere e divisa in cinque libri – ha preceduto la seconda.
Il De vita Caesarum, tramandato anche come “Vite dei dodici Cesari”, è una raccolta di dodici biografie dei primi imperatori di Roma. Otto sono i libri di cui l’opera si compone: i primi sei sono dedicati ciascuno ad un imperatore della famiglia giulio-claudia (Cesare, Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone), il settimo ai regnanti del biennio 68-69 d. C. (Galba, Otone e Vitellio), l’ultimo ai tre imperatori della dinasta Flavia (Vespasiano, Tito e Domiziano).
Le biografie hanno riscosso sempre un grande successo, avendo goduto di una fortuna trasversale che ha fatto dell’opera il modello fondamentale della biografia imperiale e non solo: al De vita Caesarum si sono rifatti, in un modo o nell’altro, gli esempi successivi di biografie pagane e cristiane, che hanno trovato nel precedente svetoniano il prototipo della biografia semplice ed essenziale, condita da particolari curiosi ed eruditi e veicolata da una scrittura asciutta, priva di enfasi e ricercatezze retoriche.
Le fonti sono senza dubbio autorevoli, e questo è uno dei punti di forza di un’opera che, comunque, è stata anche bersaglio di critiche. È una documentazione di prima mano quella a cui attinge l’autore delle “Vite”: acta ufficiali e carteggio imperiale – il che presuppone un assidua frequentazione degli archivi di Stato -, ma anche vari testi storiografici, pamphlet diffamatori, dicerie tramandate oralmente. C’è tutto questo nel De vita Caesarum, che ha consegnato alla storia ritratti leggendari di imperatori pieni di contraddizioni e debolezze.
Dalla pagina di Svetonio escono così fuori personalità complesse, tratteggiate in una prima parte secondo l’ordine cronologico e, in seguito, per species, ossia per rubriche fisse: aspetto fisico, attività militari, studi, vita politica, vizi e virtù. In più particolari piccanti, aneddoti, curiosità che sono proprie dello Svetonio erudito e che rendono piacevole ed accattivante la lettura. Celebre, su tutti, il ritratto di Caligola, di cui ci vengono narrate comportamenti anomali e stranezze:
Incitabatur insomnio maxime;neque enim plus quam tribus nocturnis horis quiescebat ac ne iis quidem placida quiete, sed pavida miris rerum imaginibus
[A irritarlo era soprattutto l’insonnia. Infatti la notte non riusciva a dormire più di tre ore, e neppure quelle di un sonno tranquillo, ma angosciato da strane visioni]
La mancanza di profondità storica – punto di debolezza dell’opera – viene compensata anche da narrazioni di questo tipo.