Margherita aveva un bel viso, dai tratti scolpiti e sotto una certa luce assomigliava a un orientale. Non ha bisogno di altro, pensò Adriano mordendosi le labbra. Continuò a mordersele per il resto del pomeriggio. Quando era nervoso, Adriano, le labbra se le strapazzava. Ancora non riusciva a spiegarsi come mai fosse successo quel macello per via di un centro benessere. Un centro benessere di ultima generazione in cui un trattamento – che poi cosa diavolo fossero ‘sti trattamenti Adriano non era in grado di capirlo!- costa la bellezza di cinquanta euro. Se solo si concentrava sul fatto che Margherita, la settimana scorsa, gli aveva estorto cinquanta euro con la scusa di fare benzina e invece se ne era andata in quel centro benessere, Adriano, sentiva le meningi farsi a brandelli.
Cinquanta euro? Per cosa? Che coraggio! Adriano si mise le mani sulle tempie come per evitare che scoppiassero.
Ora che ci rifletteva, Margherita aveva sempre avuto una certa faccia tosta. Ricordava bene la prima volta che si erano incontrati in una libreria dell’usato; quando le aveva chiesto quale libro avesse scelto lei, senza esitazione, aveva proposto: Perché non ne parliamo davanti a un buon caffè? Adesso che il suono di quelle parole sembrava riecheggiare nel soggiorno, Adriano, si rendeva conto che quello era stato un ordine bello e buono! Il caffè naturalmente lo aveva offerto lui, sorbendosi una spesa di due euro. Due euro: quasi il prezzo di un quotidiano; il costo di una confezione di gomme da masticare, utilissime dopo la pausa pranzo in ufficio, quando era troppo indaffarato per lavare i denti, il valore di un biglietto del tram. Due euro al primo appuntamento, forse era meglio comprare un buon dentifricio, bisbigliò Adriano seduto in poltrona con le gambe incrociate, mentre l’immagine di Margherita interferiva con l’intenzione di chiedere una pizza a domicilio per la serata.
Eppure Margherita gli mancava. Ogni giorno di più. Quando era andata via di casa, Adriano si era sentito sollevato. Negli ultimi tempi Margherita era diventata capricciosa. Non gli aveva rivolto la parola per giorni solo perché Adriano aveva dimenticato di farle il regalo di compleanno. I compleanni, in fondo, a cosa servono? Adriano alzò la voce e riuscì, perfino, a coprire il volume della televisione che sarebbe rimasto altissimo fino quando non si decideva a comprare un telecomando nuovo. Gli anni passano, ti avvicini alla morte e ti metti a festeggiare e a pretendere regali? Fosse stato per lui, sin dall’asilo, i bambini avrebbero dovuto essere educati a bandire le feste di compleanno.
E poi Margherita continuava a tormentarlo con la tiritera dell’avarizia! Lui preferiva non rispondere alla provocazione e restarsene in silenzio. La spiegazione, a suo parere, sarebbe stata troppo lunga e avrebbe implicato una serie di riflessioni filosofiche sul senso di misura dell’esistenza; questo significava perdere tempo, sprecare energia, facilitare la stanchezza, produrre meno a lavoro e quindi guadagnare meno. Del resto Adriano lavorava in un call center:più produceva, più vendeva e più guadagnava.
Ma adesso Margherita gli mancava da morire, l’appartamento sembrava vuoto senza di lei. Certo, avrebbe speso meno di acqua: Margherita aveva l’ossessione delle docce!
Le docce… Adriano ripensò al corpo sinuoso e morbido di Margherita e avvertì una fitta fortissima. Sembrava che qualcuno avesse poggiato sul suo stomaco un ferro infuocato. Un senso di paura lo avvolse. L’idea che non potesse più accarezzare quel corpo iniziava a terrorizzarlo. Era un terrore superiore a quello che, generalmente, provava all’idea di cambiarsi mutande ogni volta che decideva di fare l’amore con lei. E quella paura, quello smarrimento cresceva, di secondo in secondo, trapassandogli tutto il corpo. Dai piedi allo stomaco, dal petto fino alle braccia. Adriano fu costretto ad alzarsi dalla poltrona. Tremava come una foglia, si guardò nello specchio del soggiorno: un uomo con le labbra livide, pallido e infelice, a chiedersi se era il caso di ordinare una pizza a domicilio, a desiderare una donna che gli aveva mentito. In una casa con il frigo vuoto. Era proprio ridotto male. E se tutto questo avesse inciso sul lavoro? Non c’era altra soluzione: per prima cosa doveva parlare con Margherita, dirle che potevano riprovarci. E ricominciare tutto da capo.
Adriano alzò la cornetta per comporre il suo numero telefonico. Subito la riabbassò; si era accorto che erano le otto e trenta: una telefonata, a quell’ora, costava un occhio della testa.
Di colpo quella paura che lo aveva assalito scomparve.
Adriano si risistemò in poltrona e riprese a mordersi le labbra. Forse era stata solo la fame. Più tardi avrebbe ordinato una pizza a domicilio. Gli conveniva: la consegna il sabato sera era gratuita!