Quelli che “ho mal di testa, mal di pancia, un sacco di problemi, mi fanno male la nuca e le tempie”: cazzo, ricoverati e non rompere le palle a noi, no? Quelli che ti trattano bene perché non hanno le palle di mandarti a fanculo. Quelli che ti feriscono, non capiscono perché e ti chiedono anche scusa. Quelli di “odio il lunedì” (embè, ti deve capitare una cosa bellissima di lunedì e devi essere talmente impegnato a lamentarti da non accorgertene neppure). Quelli che ridono degli altri perche gli altri non possono difendersi e allora ridono più forte. Quelli che siamo tutti fratelli azzurri: guarda che io un fratello come te lo affogavo nel bagnetto. Quelli che vanno allo stadio e chiedono “scusa, ma chi ha segnato?”. Quelli che rischiano l’aneurisma se una donna ha ragione più di loro.
Quelli che “dieci anni fa hai detto questo”: bene, ma tu lo sai che potresti morire stasera? Quelli che “non hai capito”: non è che magari sei tu che parli come un troglodita? Quelli che “Fb è un luogo pubblico!” e poi lo usano come un confessionale. Quelli che “sei un tifoso occasionale! Io stavo qui 30 anni fa” Scusa quanti anni hai? “25”. Quelli che “complimenti per l’articolo” e intanto si affogano con la saliva. Quelli che “siamo solo noi della curva A a poter intonare i cori”: e allora intonate questo “vado a quel paese allegramente, ciàciàcià”.
Quelli che “io non sono come sembro”: vero, sei peggio. Quelli che se scrivi di sport c’hai l’accredito in tribuna stampa: avess’ sapè! Quelli che non ringraziano mai. Quelli che ringraziano sempre. Quelli che “se tu fai un favore a me io ne faccio uno a te”. Allora inizia tu: vai fuori dai coglioni. Quelli che pretendono perché “una volta mi hai detto”: e quella volta ho sbagliato a non mandarti a fanculo. Quelli che “il tuo fanculo vuol dire ‘ti voglio bene'”. No, no, era proprio fanculo. Quelli che “piccola”: piccola a soreta. Quelli che “può attendere un attimo in linea?” e ti fanno sentire tutto l’lp degli U2. Quelli che, grazie all’America’s Cup, hanno scoperto che Napoli è una città meravigliosa.
Quelli che ti dicono: ma sei di Napoli? Che città meravigliosa, adoro i napoletani, le vostre battute. Ma con la monnezza come state? E se io il sacchetto te lo sbatto sul muso non ti adoro di più? Quelli che hanno scoperto, grazie all’America’s Cup, che Napoli ha il mare. Quelli che “ma perché, era un segreto?”. Tua mamma, la sai? Quelli che “quegli stronzi di juventini che inneggiano al Vesuvio, ma speriamo che un meteorite cada sullo Juventus Stadium”. Quelli che “domenica c’e’magnamm!”. Magnat ‘o ragù e non guardare la partita, che porti sfiga.
Quelli che chiudono la saracinesca, spengono gli occhi e tappano le orecchie perche è meglio non pensare e non riflettere. Quelli che ostentano. Quelli che non sanno più ridere perché ce l’hanno con la vita, ma la vita ce l’ha con loro perché non ridono più. Quelli che non citano la fonte. Quelli che scartano le bucce del formaggio. Quelli che non hanno mai mangiato con le mani. Quelli che pretendono che i bambini mangino il gelato senza sporcarsi. Quelli che “figlio mio, non devi sudare non devi correre, non devi giocare per strada”: in pratica, figlio mio, ‘ea’ muri’. Quelli che comprano i pantaloncini bianchi al figlio di 4 anni e poi pretendono che torni a casa senza sporcarsi.
Quelli che “ma perché non ti fai i fatti tuoi?” e poi sono i primi a non farseli. Quelli che non hanno voglia di provare tutti i sapori del mondo. Quelli che la fanno in autostrada nelle piazzole di emergenza, magari nelle immediate vicinanze dell’autogrill. Quelli che non hanno problemi di linea e stanno sempre a dieta. Quelli che prendono l’ascensore per andare al primo piano. Quelli che rovinano tutto (oddio, sta diventando un’autobiografia!). Quelli che ti toccano quando ti parlano. Quelli che “a me non succederà mai”. Quelli che parcheggiano a cazzo di cane invece che a spina di pesce. Quelli che “cercasi apprendista con minimo 3 anni di esperienza, massimo 24 anni”. Quelli che “non ho rimpianti” e poi scopri che hanno la tachicardia e non dormono di notte. Quelli che si ritrovano almeno in 5 delle cose scritte qui sopra. Quelli che non capiranno mai il senso di questo “Quelli che”.
(Si ringraziano Nunzio Borriello, Imma Colata, Marco De Lellis, Gennaro Landolfi, Giampaolo Longo, Rosaria Luongo, Renata Russo, Francesco Sellitto, Boris Sollazzo e Gianluigi Trapani per aver contribuito a redigere l’elenco ed avermi regalato – non solo loro – 24 ore assolutamente splendide).