Donnie Darko legge “Mentre morivo” ( Labbate spia da un punto imprecisato con Frank e Vardaman):
Esagono. Bara. Pesi legnosi, kg di molliccia carcassa umana: sfiancati e lenti… Nessuna espressione. La famiglia porta la mamma, trottano mucche e pesci nelle menti dei trasportatori della defunta. Allentano la presa nella corsa alla sepoltura: cemento per le ossa, espressioni sessuali e boccacce per un non-domani delle strade americane.
Esagono.
La campanella degli stores indica l’ingresso del minuto al minuto prima: la familiarità della morte dopo la conoscenza della morte. Una comare, un’amica, una bara esagonale. “Mamma sarà un pesce”, i pesci quando crepano non hanno pinne per succhiare lacrime.
Le strade americane sono le stesse: si trova il sogno nelle trascorse strade battute, ma un camion trasporta un morto al punto X dove la defunta festeggerà il compleanno: BUON NON COMPLEANNO. Jewel, Cash, Darl, Tull: particelle distribuite malamente dentro un insieme anti-matematico che pompa scheletri senza sacrale sepoltura, senza silenzio dopo uno scacciapensieri inclinato contro l’ovest. La fattoria: guardami dentro, guarda dentro la bara.
Shhhhhhhhhhhhhhhhh.
Cade, ricade, la gamba rotta salda pel tramite del cemento, infezione: Pà, caracolliamo… ma Mà deve arrivare al Porto. Trovo, (buio come un Sallis accaldato da un funerale dove nessuno trasmette congiuntivi sacri), che le strade siano vuote, che la strada non porti ad una Città della notte rossa, che le monete non gonfino le palpebre prima del timbro di Caronte.
Spingete fratelli, spingete. I pali del telegrafo ritti, tumefatti, e il cemento colante… tralasciando il non-so-dove. Una non-espressione della famiglia quando la fattoria ricadeva nelle fiamme azzurre un minuto prima, uno scacciapensieri prima… che Mà facesse un girotondo mimato… con la linguaccia della morte.
“ Questo mondo non è il suo mondo; questa vita la sua vita”.
“Mio padre diceva che la ragione per cui si vive è per prepararsi a restare morti”.
… “Adesso ce ne sono dieci, carri, lassù in piccoli cerchi neri nel cielo”.
“Entrai nella casa del lutto, nell’umile albergo ove un altro mortale traviato giaceva mentre la sua anima si presentava davanti al terribile e irrevocabile giudizio, pace alle sue ceneri”.
It’s a very, very mad world.
Un Amen da parte mia, e di Donnie Darko in un ultimo-piatto Faulkneriano.
All around me are familiar faces
Worn out places, worn out faces
Bright and early for their daily races
Going nowhere, going nowhere
Their tears are filling up their glasses
No expression, no expression
Hide my head I want to drown my sorrow
No tomorrow, no tomorrow
And I find it kinda funny
I find it kinda sad
The dreams in which I’m dying
Are the best I’ve ever had
I find it hard to tell you
I find it hard to take
When people run in circles
It’s a very, very mad world mad world
Children waiting for the day they feel good
Happy Birthday, Happy Birthday
Made to feel the way that every child should
Sit and listen, sit and listen
Went to school and I was very nervous
No one knew me, no one knew me
Hello teacher tell me what’s my lesson
Look right through me, look right through me
And I find it kinda funny
I find it kinda sad
The dreams in which I’m dying
Are the best I’ve ever had
I find it hard to tell you
I find it hard to take
When people run in circles
It’s a very, very mad world … world
Enlarge your world
Mad world
Gary Jules: “Mad World”.