Cesare Cuscianna, laureato in Medicina e Psicologia, vive e lavora a Caserta.Ha pubblicato poesie e racconti in antologie e periodici. La Malerba – finalista al XXII Premio Calvino – è il suo primo romanzo.
La Malerba è la storia di un amore estremo, forse malato, dei giorni nostri. Protagonista una donna che racconta in prima persona. E’ nell’anoressia e nelle relazioni d’amore che si esprimono le sue profonde ferite interiori e le tensioni. Una spietata autoanalisi fa riemergere le vicende traumatiche dell’infanzia con una madre disturbata e un padre assente, le prime esperienze sessuali e le avventure con gli uomini, il desiderio di sedurli e dominarli unito a una dolorosa consapevolezza di essere incapace di amare; i rapporti con le figure femminili. Assumerà contorni sempre più inquietanti l’avventura intensamente erotica con un misterioso giardiniere napalese. Qui il romanzo vira decisamente nel noir: un noir a forti tinte il cui scioglimento lascia la protagonista come svuotata, nel rimpianto di quell’illusione di vita che una relazione, pur mortifera, aveva fatto balenare in lei. “Dicono che l’amore sia una protezione, uno scudo. E’ stato l’ordigno che ha polverizzato le mie difese. L’amore non protegge, scuoia.”
Titolo particolare per un romanzo, “La Malerba”: da cosa nasce e che legami ha con la storia del libro?
La Malerba è l’erba che non muore mai, inutile e dannosa per contadini e giardinieri. In copertina ho suggerito all’editore l’immagine tratta da un erbario medievale tedesco, rappresenta la Mandragola. Le caratteristiche di quest’erba richiamano da vicino la protagonista del romanzo che, soprattutto in tenera età, deve essersele sentite cucite addosso. Il titolo allude, inoltre, all’amore di questa donna per il mondo vegetale.
“Ogni mattina faccio una corsa nel parco e divento più veloce e leggera mano a mano che avanzo. Ora l’ultima prigione è il corpo, vorrei fosse un velo appena, vorrei che il peso della mia carne si riducesse a niente.” Protagonista del romanzo è una donna dallo spirito autodistruttivo, frutto di un’infanzia tormentata e difficile. Lei pensa sia possibile un riscatto reale dalla propria storia personale?
Personalmente sono convinto che con il giusto aiuto sia possibile un riscatto. Nel romanzo, però, la protagonista è una donna tormentata,dal rapporto difficile e sadico con il corpo, impregnata di sofferenza e rabbia omicida ma soprattutto incapace di chiedere aiuto e sostegno. Il finale è aperto ma inevitabilmente sconsolante.
Quanto la sua esperienza di medico e psicologo l’ha aiutata nella stesura del romanzo?
Questa è forse la domanda che mi fanno più frequentemente. Devo dire che il mio lavoro mi ha creato più problemi che altro. Ho lavorato su questo romanzo per sette anni e sono stato attento a non scrivere con professionalità. Lo stesso Freud diceva che gli scrittori sono i primi maestri degli psicologi!
“La Malerba” è stato finalista al Premio Calvino 2009, il più prestigioso concorso letterario per scrittori esordienti. Visto il particolare scenario dell’editoria italiana, partecipare a concorsi importanti resta l’unico modo per riuscire a farsi pubblicare?lei cosa consiglia alle tante persone che hanno un romanzo chiuso nel cassetto?
Io devo tutto al Premio Calvino. Se questo libro non fosse stato finalista non sarei riuscito a pubblicarlo. Ho lavorato per anni su questo romanzo e in una fase precedente ho cercato di mettermi in contatto con più case editrici. Purtroppo c’è da dire che gli stessi editori sono sommersi di lavoro e ovviamente presentarsi dopo aver conseguito un riconoscimento è un modo per mettersi in luce. Consiglio, quindi, a quanti sono convinti del proprio lavoro e aspirano a essere pubblicati e distribuiti da una casa editrice, di partecipare a questi concorsi.
Qual è il suo rapporto con la scrittura?
La scrittura è stata per me un torrente in piena per anni. Ho scritto tantissime cose, ovviamente poche hanno visto la luce. Credo che scrivere resti l’unico modo per sentirsi onnipotenti, è una sfida fuori dai limiti. In questo romanzo ho scelto una protagonista femminile; non a caso, gioco con qualcosa di completamente altro da me.
Letteratura e web. Una riflessione di Cesare Cuscianna su questo particolare binomio.
Sono convinto che internet sia un modo per avvicinare tanti giovani alla letteratura ma temo che si rischi di avvicinare più alla scrittura che alla lettura. Il rovescio della medaglia è questa certificazione posticcia fornita dal web. Scrivere è un’operazione complessa che richiede anni e anni di lettura, di lavoro e di ricerca. Forma e contenuto sono d’altronde imprescindibili.