Mi scuserete se prendo in prestito una delle migliori battute di Corrado Guzzanti: “c’è chi non arriva a fine mese? E vabbè, mica è ‘na gara”.
Ecco, a sfogliare questi tre libri in cui il senso del tempo e del viaggio prende tutto un fascino speciale, viene quasi da dire: ok, non è una gara. Però in libreria voglio arrivarci per primo.
Quindi: a voi tre nuovi capolavori per ragazzi/bambini. Correte a leggerli!
Senza titolo, Hervé Tullet (Franco Panini Editore)
La fate facile, vi basta comprare un libro e a leggerlo: non nascono mica sotto i cavoli le storie, i personaggi, gli autori… per non parlare di tutto il lavoro che c’è dietro! Preparare un nuovo libro richiede tante idee, tanto lavoro e, ovviamente, tanto tempo. Cosa succederebbe se voi, lettori frettolosi, acquistaste un libro prima che fosse concluso? O addirittura prima ancora che qualcuno abbia cominciato a pensarci?
Potete scoprirlo sfogliando lo strampalato Senza titolo, del vulcanico autore francese Tullet: aprendolo vi trovereste davanti un parterre di mostri, omini, principesse, draghi abbozzati e schizzi da scuola elementare che vi guardano straniti dal loro lato della pagina. Cosa stai facendo qui, tu che leggi? Non abbiamo ancora nemmeno iniziato! E allora partirebbe un fuggi-fuggi alla ricerca di un eroe, di una scenografia, di un cattivo, e, certo!, di un autore – che se ne sta chiuso a forma di fototessera rielaborata nella sua cameretta davanti al tecnigrafo. E la storia che ne salterebbe fuori, beh, sarebbe quella che è: amico mio, sei tu che hai comprato il libro troppo presto; toccherà accontentarsi, con buona pace dei protagonisti stessi del volume.
Inutile dire che un simile metalibro vi lascerà senza fiato per le trovate narrative e grafiche di cui è costellato: una principessa piuttosto carina, un mostro a forma di palla piu buffo che cattivo, un drago che è praticamente una striscia di verde e altri amici che ragionano da attori, tutti formano la squadra con cui Tullet ti parla mettendoti a parte delle difficoltà del produrre una storia. L’importante è essere pronti all’appuntamento con il genio, ma dedicare anche il giusto tempo alla manovalanza.
Ma dove corrono tutti?, Thomas Müller (Babalibri)
Cos’è questo trambusto? Sembra la strada che il papà fa ogni mattina per andare a lavoro (facciamo gli ottimisti, dai): macchine, furgoni, tram, camion, biciclette, autobotti… Un esercito di mezzi è lì che scappa sulle pagine, impegnato ad andare non si sa dove e non si sa perché… fino all’ultima pagina: tutti al furgoncino dei gelati! E chiuso il libro, caro genitore, ti toccherà portare il pargolo ad una degustazione di creme o frutta, stracciatella e fiordilatte – e nel frattempo il bimbo avrà imparato i nomi di tutti quei buffi cosi con cui i più grandi si spostano.
Un po’ vintage nelle illustrazioni (il tedesco Thomas Müller ricorda al sottoscritto il suo eroe d’infanzia Richard Scarry, quello di Sandrino e Zigo Zago: ricordate?) e nei mezzi utilizzati (potrete sospirare tra le Citroen DS, i Maggiolini e le Range Rover), Dove corrono tutti? è un librino cartonato efficacissimo per far conoscere alla vostra prole i nomi di tutto ciò che incontrerà per strada; e en passant costringerà i più virtuosi tra i narratori a produrre favole piene di autobotti e sidecar. Pronti a partire con la narrazione?
Buon viaggio, piccolino!, Beatrice Alemagna (Topipittori)
Si parte! che meraviglia! Ogni giorno, alla stessa ora, i miei genitori mi preparano per un grande viaggio: io prendo il mio amico del cuore, il ciuccio e il mio libro preferito, il papà mi cambia con il vestito per l’occasione e mi saluta, la mamma mi prende con sé e mi carica sul mezzo, poi mette in moto… e opplà, nel lettino con pigiama d’ordinanza e pupazzo a forma di pesce è ora di dormire – il viaggio piu bello del mondo!
La delicatezza del piccolo volume (che bel formato!) della Alemagna, autrice ed illustratrice che ha pubblicato il libro in prima battuta in Francia per hélium, è travolgente. Non impiegherete probabilmente molto a scoprire il doppio registro del concetto di viaggio – quantomeno il pigiamino del protagonista dovrebbe aiutarvi nella soluzione – ma vi perderete tra le pagine studiando le espressioni del protagonista e di chi gli sta intorno, dai genitori allo strepitoso pupazzo a forma di pesce che soffoca col braccino. Il grande faccione del Piccolino ha degli occhioni che parlano da soli, mentre osservano cavallini a dondolo e pezzi di Lego sparpagliati a terra da salutare prima della partenza. Le proporzioni sfasate contribuiscono al gioco, il tratto del disegno carico senza essere eccessivo – anzi, con tanti bianchi intorno quando c’è da concentrarsi su un particolare: nessuna paura di riempire o svuotare il foglio! – a infondere un pizzico di mistero, con tutte quelle ombre e quei vicino/lontano tra le cose. Chi vi scrive s’è innamorato di questo modo di raccontare la quotidianità: semplice, e proprio per questo poetico.