La normalità cede il passo all’incredibile quando si arriva all’esasperazione… Così succede anche che un foglio bianco, docile e mite, si trasformi in un seccante attaccabrighe. Che ti svegli all’alba di un’afosa mattinata di luglio – questo foglio bianco, dico – e ti rinfacci la tua vile inoperosità. E ti dica che, per la legge delle storie, il suo diritto ad essere riempito si stia quasi prescrivendo. La pena sarebbe atroce: le fiamme dell’oblio, secondo lui, starebbero già per divorarlo! Bisogna fare in fretta, dunque! Non voglio certo ostacolare le ambizioni di un pezzo di carta ( straccia? ). La mia richiesta sulla necessità che avessi un’adeguata preparazione non tarda ad essere accolta. Con mio sommo sbigottimento, il Generale Foglio Bianco – ormai lo chiamo così – radunava il suo “esercito di letterati”. E che letterati! Quando si vuole veramente una cosa si risuscitano anche i morti! Io, anche per paura che il foglio bianco diventi la metafora della mia vita, decido di muovermi e alla svelta pure!
Sembrava davvero un’assurdità, il Generale Foglio Bianco l’indomani mi fissava già il mio primo appuntamento con l’illustrissimo Signor Italo Calvino! La fatica del viaggio per arrivare ad Ombrosa, il gran caldo, lo sforzo fatto per arrampicarmi sull’elce, dove il maestro dimorava, fecero sì che, esauriti i convenevoli, la mia prima domanda fosse figlia di un fiatone mai provato prima. “Che cos’è un testo?” – chiesi. Il maestro cominciò: “Barthes diceva che il testo , nella sua massa è paragonabile a un cielo profondo, liscio, senza bordi e senza punti di riferimento: siamo noi a dover tracciare le nostre zone di lettura al fine di dare ad esso un’interpretazione. Andando più nei tecnicismi, la parola testo deriva dal latino texus e significa ciò che è intessuto, intrecciato. Come un tessuto fatto di fili, che si annodano ad altri fili e si intrecciano senza strappi, anche un testo è composto da una serie di fili del discorso che collegano fra loro un insieme di informazioni. La proprietà essenziale del testo è il fatto che esso rappresenta una comunicazione intera, compiuta, qualunque sia la sua lunghezza. Perché costituisca un testo un gruppo di frasi deve possedere altre due proprietà fondamentali: la prima è la coesione, cioè una corretta concordanza degli elementi che compongono le frasi. Essa si attua mediante relazioni, richiami, riprese fra espressioni e termini che sono correlati fra loro. Abbiamo così la concordanza grammaticale: es. Osservo IL paesaggio. Abbiamo poi i collegamenti anaforici ( cioè ripetizioni di termini anche mediante pronomi): es. Osservo IL PAESAGGIO e LO fotografo. Quindi è la volta dei collegamenti per connettivi ( che comprendono preposizioni, congiunzioni e alcuni avverbi ): es. Osservo il paesaggio PER fotografarlo. Infine i collegamenti per campi lessicali: es. Osservo IL PAESAGGIO, annotando su un foglio la linea dei MONTI che circondano il LAGO, su cui si svolge una gara di BARCHE. La seconda proprietà fondamentale di un testo è la coerenza, cioè una logica concordanza delle frasi rispetto ad un argomento trattato. Le informazioni sono quindi collocate in ordine cronologico, in ordine spaziale e in un ordine basato su altri criteri di vario tipo ( descrittivo, fantastico, psicologico etc). Devi sapere poi che…” “Basta!” dissi, mal celando una crescente irritazione, “Sarà l’afa, ma per oggi sono distrutto!” E scendendo dall’albero mi incamminai, con il sudore mio unico compagno, sulla via del ritorno.