Nikolas Sato ha una caratteristica particolare: è un camminatore. Ma poiché nasce artista, quando cammina osserva. È in questo modo che a Valparaiso (Cile) si è reso conto del degrado in cui versava il Parque Italia (ebbene sì, un intero parco dedicato all’Italia) e che bisognava fare qualcosa per recuperarlo. È in questo stesso modo che, ora che si trova in Italia, passeggiando per Roma ha notato le innumerevoli “api” rappresentate ovunque.
Ma cosa c’entra un artista eclettico cileno con l’Italia, Roma e le api? Valparaiso, forse non tutti lo sanno, è una città portuale in pieno fermento artistico e culturale. Numerose le manifestazioni internazionali (Festival de las artes e Puerto de Ideas sono solo due esempi) e non a caso quest’anno il Cile è stato Paese ospite del Salone del libro di Torino. Il Parque Italia sorge a Valparaiso forse per opera della grande comunità italiana che qui si insediò agli inizi del secolo scorso. “Nel 1939 il Parco della Vittoria, una grande piazza situata in uno dei luoghi più rilevanti della città cambiò nome con il nome di Parco Italia. Questa nuova denominazione si deve alla donazione che Mussolini fece alla comunità italiana, affinché quest’ultima a sua volta la offrisse alla città, una replica della Lupa Capitolina. È risaputo che durante l’ epoca fascista centinaia di repliche della Lupa furono distribuite per tutto il mondo. In Cile, anche altre città al di fuori di Valparaiso ebbero questo privilegio.” [cit. Justo Pastor Mellado, critico d’arte, già direttore della Biennale di Venezia ]
Non solo la Lupa Capitolina, ma altre statue, colonne, capitelli, furono collocati in questo parco, unico con giardini in una zona pianeggiante della città (Valparaiso somiglia un po’ a San Francisco, con saliscendi mozzafiato e scale, tante scale…). Col passare del tempo però il governo locale cominciò ad utilizzare quello spazio come deposito di qualunque cosa, traslocando lì statue e opere provenienti da altre piazze, come se fossero “in castigo Istituzionale” e private di una loro propria dignità. E poi è cominciato il degrado e le mutilazioni delle opere stesse, con azioni vandaliche che mettevano in luce il rapporto difficile tra la popolazione e le istituzioni.
Gli artisti però hanno un’altra testa e un altro cuore. E Nikolas Sato ha pensato che quella Lupa di Valparaiso dovesse tornare alla sua origine, in tutti i sensi. “Nikolas Sato non ci ha pensato due volte, doveva restituire la copia alla sua origine. Lo ha fatto quindi mettendo in crisi la nozione di trasferimento informativo. Non c’è trasferimento senza diminuzione. Ciò succede tanto nel trasferimento di merci quanto nel passaggio di concetti. Ciò che fu donato nel 1939 (secondo alcuni nel 1936) era una replica; come dire la copia di un emblema imperiale per non dire imperialista. Nikolas Sato ha deciso di riportare l’ immagine di questa copia divenuta precaria durante la storia di Valparaiso al suo punto di partenza, Roma. […]Tutte le immagini sono state oggetto di un trasferimento fotomeccanico per renderle trasportabili in questo processo di ritorno all’origine. Mancano di un peso di riferimento, sono esseri granulati convertiti in un emblema della parodia urbana. Quello che realizza Nikolas Sato e’ una declinazione immaginaria di un materiale che sperimenta il suo ritorno alla fonte da dove partì già danneggiata. ” [cit. Justo Pastor Mellado]
Con l’aiuto de La Mano de Monja, associazione culturale italo-cilena che si occupa di ospitare e favorire lo scambio culturale tra i due paesi (Christian è uno chef fantastico e crede che l’arte si “incontri” meglio a tavola e Chiara è una straordinaria organizzatrice di eventi. Loro sono il cuore e l’anima de La Mano de Monja), Nikolas è arrivato a Roma e sta portando il suo lavoro di recupero e denuncia in giro per il territorio. E torniamo al quesito iniziale. Cosa c’entrano le api? Roma ha ricevuto un lascito importante dal Bernini. Le sue opere sono praticamente ovunque ed egli le ha arricchite tutte con raffigurazioni, calchi, sculture di api. Perché le api rappresentano l’operosità e all’epoca i Barberini (Papa Urbano VIII nello specifico)vollero inserire le api nel loro stemma araldico, (tre api dorate su fondo azzurro) al posto dei tafani (non tutti sanno che in precedenza il nome di questa casata nobiliare era Tafani da Barberino, per indicare il loro “essere molesti”). Quindi Bernini le ha poste ovunque: sul baldacchino dell’altare di San Pietro, sulla Fontana del Tritone, sulla Barcaccia a Piazza di Spagna. Impossibile non notarle, e Nikolas è un buon osservatore. Le api rappresentano l’operosità, ma anche un nucleo organizzato che ha come centro gerarchico una femmina, genitrice e creatrice. Come la Lupa Capitolina, femmina, che allatta i due gemelli che creeranno Roma.
Gli artisti vedono connessioni profonde e straordinarie in natura. Per questo nelle mani di Nikolas Sato il mondo operoso e femmina delle api è diventato cera d’api da plasmare. Questa opera, assieme alle altre opere pittoriche dell’artista, saranno ancora in mostra a Roma in queste date:
7 -14 Giugno Bere Mangiare &Co Largo Passaglia 1 Roma
14-21 Giugno Palazzo Olivia – Vineria, Vicolo della Cancelleria 13
27-29-29 Giugno Performance dal vivo per Caffeina Cultura
(Viterbo)
informazioni info@lamanodemonja.cl -3496814770 Chiara Mambro
Video clip http://youtu.be/0FnplJ3cxKc