Il suo corpo è diventato quello di un estraneo,
anche se lo conosco meglio di tutti.
Inafferrabile e muto. Inutile. Non resta niente.
Anche della sua voce, che ho avuto così vicina,
ho dimenticato le sfumature.
O meglio, non le ho dimenticate, soltanto,
il mio cuore non sa più percepirle,
i ricordi si incastrano e si confondono.
Brillano qua e là alcuni fermoimmagine involontari.
Credo succeda a tutti:
restano ricordi che non ci interessano,
volti che non abbiamo amato,
momenti che non hanno avuto poi troppa importanza,
dettagli come una verruca, un neo peloso,
cose sgradevoli, inessenziali,
eppure stanno lì, ferme e lucide.
Incancellabili.
Chissà perché.
Simona Vinci.
Tratto da:
“In tutti i sensi come l’amore”.
Forse esiste nel nostro corpo una minuscola particella in grado di far dimenticare cose impensabili. Se esiste la immagino come una piccola bollicina di aria trasparente che si fa un giro per il cuore e lo pulisce dai residui tossici, dal nero dei ricordi che intasa le vene e i polmoni.
Si fa un giretto pure lì dove si annidano i sentimenti e i sensi. Viene pulito per bene anche l’olfatto. Per ultimo il tatto. Spegne quel pulsantino che lo collega al cuore. Così succede, un bel giorno, che le dita non riconoscono più la pelle che toccano, come se avesse perso di vita e appartenesse già al passato. Anche se è oggi.
Non resta niente.
L’amore, così, sembra qualcosa di invisibile e impalpabile che lentamente scivola via, silenzioso e incurante di quello che aveva procurato.
Passano i venti e i loro giorni, i mesi e le persone, cambiano i letti e le coperte e come il parato che scolorisce dietro i vecchi e pesanti quadri di casa, così le immagini diventano prive di colore, come il sentimento che le accompagna. Anche i ricordi si perdono, non si percepiscono più l’uno con l’altro, si confondono e si mescolano, fino a diventare lo sfondo grigio di qualche anno fa.
E succede a tutti che quella bollicina d’aria abbia dimenticato qualche particolare sparso qua e là: un odore, un neo che non ci piaceva, una brutta mano o dei capelli fastidiosi. Sono indolori e inodori, ma restano lì.
Io il perché proprio non lo so, e non lo sa nemmeno Simona, la talentuosa scrittrice di cui vi parlo oggi.
La poesia fa parte del libro “In tutti i sensi come l’amore”, una raccolta di tredici racconti che parlano d’amore, ma quello distruttivo, quello che piace a noi, quello sofferente. L’amore visto attraverso i sensi del corpo, analizzato da un punto di vista fisico, sensoriale, snodandosi attraverso tredici racconti dai toni vagamente metafisici.
Simona Vinci, nata a Milano nel 1970, può vantare una serie di pubblicazioni ben riuscite, critica favorevole e numerosi premi letterari, tra cui il premio Elsa Morante per il suo primo libro, risalente al 1997. Attualmente vive a Budrio, in provincia di Bologna.
Io la leggo spesso, e la leggo anche qui http://intuttisensi.wordpress.com/ .
Le scrittrici moderne sono così, sono ovunque, sono sulla carta, ma sono anche sul web e comunicano con chiunque sia disposto ad ascoltarle, a leggerle e a viverle. Stanno lì, col cuore aperto verso il pubblico e regalano a noi l’esperienza di poter vivere una seconda vita: la loro.