Esistono luoghi nell’universo librario e letterario che nonostante i nostri sforzi non raggiungeremo mai. L’immensità e l’estensione della letteratura costringono necessariamente il lettore ad una scelta forzata, ma soprattutto lo obbligano alla presa di coscienza che non è possibile leggere tutto ciò che la letteratura gli offre.
Esistono nel mondo culture e storie che non giungeranno mai alle nostre orecchie nonostante lo sforzo di farsi udire da qualcuno, ma esistono anche urla ascoltate per un colpo di fortuna o per la propria potenza.
Di queste urla fa parte il lavoro di Albert Chinualumogu Achebe, soprannominato Chinua, famoso scrittore di origine africana che con la scrittura ha portato il proprio Paese nel mondo.
Chinua Achebe viene da una realtà lontana, per noi quasi inesistente, un mondo che letto in un romanzo ci parrebbe quasi inventata quanto quella di un romanzo fantasy. Questo scrittore africano nasce nel 1930 in Nigeria, allora colonia britannica ormai da tre decenni, nasce dunque nel pieno colonialismo e si forma alla fine degli anni ‘40 nel nazionalismo ribollente dello stato nigeriano, già in grande fermento negli anni della Seconda Guerra Mondiale, studiando a Abidan, dalla cui università emergeranno grandi nomi della letteratura africana.
Il lavoro più famoso dello scrittore nigeriano è “Il Crollo”, traduzione italiana del titolo “Things Fall Apart”, ed è del 1958, due anni prima della definitiva indipendenza del Nigeria dal governo britannico.
Il romanzo è considerato ancora oggi il più importante della letteratura africana, con la traduzione in 50 lingue e i suoi 10 milioni di copie vendute è diventato il simbolo della letteratura africana nel mondo.
Attraverso il suo impegno letterario Achebe ha portato nella cultura occidentale storie della sua terra in lingua inglese, rompendo quel distacco linguistico tra il calderone di dialetti e lingue presenti nelle terre africane e il mondo intero.
Ne “Il Crollo” per esempio Achebe narra proprio di un periodo di transizione che non ha segnato solo la Nigeria, ma tutta l’Africa, il periodo in questione è chiaramente quello del passaggio dalla cultura tradizionale locale e quella imposta dalla colonizzazione.“L’uomo bianco è molto intelligente – scrive Achebe nel suo romanzo – È arrivato in maniera molto discreta e pacifica con la sua religione. Noi eravamo divertiti dalla sua stupidità e gli abbiamo permesso di restare. Ora lui ha conquistato i nostri fratelli e il nostro clan non può più reagire come se fosse uno solo”. Il romanzo è tuttora utilizzato come libro di testo nelle scuole africane per il legame carnale con la propria terra, concetto che lo scrittore ha portato avanti senza alcun timore del giudizio della cultura occidentale, soprattutto europea.
Questo eroe di terre lontane e sconosciute ci ha lasciati proprio nella giornata di ieri all’età di 82 anni. La sua vita è stata dedicata completamente allo sviluppo dello Stato nigeriano e del suo popolo, ed è proprio dalla sua penna che è nato uno dei testi più controversi della letteratura africana, “Un’immagine dell’Africa: il razzismo in Cuore di tenebra di Conrad”, saggio nel quale Achebe critica duramente il romanziere britannico che parlò del continente africano come “un campo di battaglia metafisico privo di qualsiasi riconoscibile umanità, in cui l’Europeo errante entra a proprio rischio e pericolo”.
Un atteggiamento tanto critico e diretto nei confronti della cultura occidentale europea ha spinto alcuni critici a pensare che questa sia stata la causa per cui Chinua Achebe non abbia mai ricevuto il Premio Nobel.
Lo scrittore viveva ormai dal 1990 paralizzato dalla vita in giù e si è spento a Boston, dopo aver insegnato per anni al Bard College di New York.
Un personaggio ai più sconosciuto, un uomo e uno scrittore che ha lasciato il segno nella cultura mondiale del XX secolo.
Ci sono storie che arrivano da molto lontano, ne veniamo a conoscenza quasi per caso nonostante gli infiniti mezzi che abbiamo a disposizione, è dunque fondamentale ricordare che ci sono storie di eroi, di uomini unici, anche fuori dagli schermi ai quali siamo abituati. Questi uomini con le loro storie viaggiano attraverso le parole e aspettano solo di essere lette e scoperte.