Carlo Emilio Gadda ha scritto tanto durante la sua lunga vita. La cognizione del dolore e Quer pasticciaccio brutto de via Merulana i più famosi. Ancora La Madonna dei filosofi e Il castello di Udine.
Ma non solo.
Alla ricca produzione dello scrittore milanese appartiene anche una singolare opera, più volte rivalutata dai critici. Oggi è del tutto fuori discussione il suo valore letterario: l’oggetto in questione è Eros e Priapo. Si tratta di uno scritto del tutto sui generis, all’incrocio tra il saggio, il memoriale e l’invettiva. Un’opera aperta nella struttura e nei contenuti, difficilmente classificabile, certamente di straordinaria originalità e fascino. Gadda vi mette mano contemporaneamente al Pasticciaccio, tra il 1945 e il 1946. Alcuni brani escono sulla rivista “Officina” nel ’55, ma l’edizione in volume è solo del 1967 (con il sottotitolo Da furore a cenere).
Qual è il contenuto di questo libro, che per 200 pagine comunica con il lettore in un linguaggio del tutto particolare (un toscano letterario arcaizzante, tipico del Duecento, deformato però dall’esasperazione e dalla violenza verbale)?
Eros e Priapo si propone di indagare le motivazioni psicologiche profonde che hanno permesso alla dittatura fascista, e al suo leader Benito Mussolini, di dominare il popolo italiano per oltre un ventennio.
La posizione dell’autore è del tutto trasparente: l’indagine muove da un risentimento nei confronti del fascismo, dettato anche da un senso di colpa, derivante dall’iniziale adesione di Carlo Emilio Gadda al movimento rivoluzionario. Ma in lui non c’è solo la condanna. Lo scrittore vuole essere costruttivo, cercando con tutte le proprie risorse di mettere in guardia da ogni tipo di rapporto politico basato sull’irrazionalità, sul mito, sulla manipolazione delle leve di istinto più recondite dell’animo umano.
L’originalità dell’opera risiede, oltre che nella scelta del linguaggio e dello stile, nel taglio tutto psicoanalitico. Il filo conduttore è costituito infatti dalle teorie di Freud sulla psicologia di massa. Gadda mette in luce come il fascismo abbia dunque agito sugli impulsi irrazionali dell’uomo, determinando la sconfitta di “Logos” e portando al trionfo “Eros”. Ma non è tutto, perchè la sua scempia degenerazione conduce infine a “Priapo”, l’antico dio che con il suo simbolo fallico prometteva prosperità. La sfera sessuale, fin dalle origini parte integrante di Priapo, risulta determinante per comprendere a fondo la genesi ed il successo del fascismo sulle masse: Gadda indaga a fondo le componenti erotiche del culto tributato al Duce e l’esibizione continua di potenza virile da lui praticata, portando all’identificazione di Mussolini con il simbolo fallico, forza alla quale la massa si piega perchè colpita nella sua anima più femminile, predisposta a sottomettersi al prepotente.
E il capo del fascismo era ben consapevole di ciò. La massa è femmina: ama l’uomo forte, è una frase uscita proprio dalla bocca del Duce.
In più c’è la componente determinante del narcisismo.
Consiste nel negare una serie di fatti reali che non tornano graditi a messer “Io” Tacchino e nel dare come esistenti in cassa una serie di imagini e fantasie delle quali morbosamente si compiace come di diplomi legalmente dovutigli
Mai si cita esplicitamente il nome di Mussolini, la cui dittatura è interpretata come il punto di arrivo di una serie di mali della società.
L’opera ha il merito di divulgare per la prima volta al grande pubblico teorie delle quali si sarebbe a lungo discusso. Pensiamo che quando Eros e Priapo viene pensato e scritto, il regime era appena caduto.