Sono stata sempre affascinata dalla figura di Edgar Allan Poe, così come dalle sue opere; quando, curiosando in libreria, mi è capitato sotto mano l’ultimo romanzo di Lynn Cullen (il primo tradotto in italiano), l’ho comprato senza esitazioni. Mrs. Poe, ambientato nella New York di metà Ottocento, racconta della storia d’amore (vera o presunta) dell’autore del Corvo e della poetessa Frances Osgood.
Per me che sono una studiosa di letteratura, e in particolare appassionata di letteratura inglese e americana, leggere questo romanzo è stato come fare un tuffo in mezzo ai grandi miti della mia formazione da studentessa e da lettrice. La protagonista, infatti, mentre si muove nelle strade della Big Apple, incontra i maggiori scrittori e intellettuali dell’epoca e sente parlare di altrettanti: Fuller, Whitman, Emerson, Dickens, Hawthorne, Griswold… Ogni volta che, leggendo, incontravo uno di questi nomi, facevo un salto sul divano, perché leggerne in questo modo li fa diventare improvvisamente più reali, più concreti, quasi come a ricordare che un genio è anche un essere umano, dopo tutto.
La scrittura di Cullen è molto scorrevole, il romanzo coinvolge fin dalle prime pagine. L’aura affascinante e misteriosa di Poe è uno dei motivi portanti della trama, mentre gli spunti più macabri e gotici dei suoi racconti arrivano a infiltrarsi nella storia, soprattutto intorno al personaggio della giovane moglie dello scrittore, Virginia. Sono così tanti gli ingredienti di Mrs. Poe, che stento a inserirlo in una categoria precisa: è sì una storia d’amore, ma anche (e direi soprattutto) un riuscitissimo ritratto di un periodo storico che per la letteratura è stato notoriamente fertile. Nello stesso tempo, offre scorci della Storia tout court, come per esempio l’accenno all’invenzione del codice Morse.
Un romanzo molto ben scritto, molto ben costruito, che soddisfa la curiosità del lettore anche grazie alla nota storica finale. L’autrice ha saputo ridare vita a grandi personaggi del passato tanto rendendoli umani quanto conservando l’alone di mito che li circonda, e riuscendo a realizzare una sintesi perfettamente funzionante di fantasia e realtà. Cullen invita anche a riprendere in mano le poesie di Frances Osgood, offuscata dalla figura del grande Poe, per ritrovare nelle sue parole la memoria di una donna sensibile e intelligente.