Dal promontorio, quella sera, calava un vento caldo, che increspava la superficie del mare e gonfiava la camicia di Peppe ‘a Scuppett disteso sulla sabbia nel dormiveglia dell’ubriaco.
Quand’ecco che, dalla risacca, emerse una figura, che al pescatore parve bellissima.
Il sorriso invitante, l’avanzare seducente, lasciarono Peppe senza fiato.
Quando tornò in se, lei non c’era più, ma quel viso, quel corpo fasciato da una veste nera, Peppe non li avrebbe più dimenticati.
Il giorno dopo, mentre raccontava in giro ciò che gli era accaduto, un vecchio si fece improvvisamente serio.
-Hai visto Marilù, povero figlio mio – disse, e s’allontanò, senza aggiungere altro.
Più tardi, a Centocamerelle, Peppe incrociò zia Sisocca che insieme ad altre donne faceva l’uncinetto, e finalmente riuscì a formulare la domanda che gli era rimasta appesa.
-Zia Sisò, ma, tu, la conosci a Marilù?
-Eccome no, la custode di Piscina Mirabilis, quella che faceva il bagno di notte perché di giorno si vergognava per quanto era chiatta. Si dice che …
Dopo che Sisocca ebbe finito di parlare, Peppe, scappò via.
Confuso, passò ore a meditare decidendo solo in fine.
Doveva rivedere Marilù.
Ma non era ancora pronto.
Innanzi tutto, voleva farsi trovar lucido alla prossima apparizione, e quindi decise di non bere più.
E poi c’era un problema.
Era vergine, non sapeva nemmeno baciare.
Doveva imparare, e doveva farlo in fretta, perché l’incontro poteva avvenire da un momento all’altro.
Sicché, ogni sera, anziché andare a bere come faceva prima, cominciò ad andar a puttane.
Si recava da Eliana, una prostituta veneziana, che aveva visto diminuire la clientela a misura dell’aumentar degli anni e di conseguenza praticava modiche tariffe.
-Signora Eliana posso venire un giorno si e uno no?
-Che vuoi fare, marcare il cartellino come in fabbrica?
-No guardi, io non sono vizioso, se faccio è per amore, anzi, volevo chiederle, quando vengo qua posso chiamarla Marilù?
-Basta che me porti i sghei, mi puoi chiamare come vuoi tu, anche Marilù!
Eliana gli insegnò tutti i trucchi del mestiere e lui diventò bravo, perché in quell’apprendistato ci metteva la passione.
Tanta, da acquisire fama di rivoluzionario, avendo sovvertito quel proverbio che diceva – e tutt’ora afferma -:
“Dopo la quarantina si lascia la fessa per la cantina!”
La prostituta, nel frattempo, si era ormai abituata alle sue visite, soprattutto le piacevano quelle frasi d’amore che lui affannosamente sussurrava, e ben poco le importava che la chiamasse Marilù.
Così, quel giorno, si sorprese che Peppe mancasse all’appuntamento, e soffrì le pene dell’inferno quando lo ritrovarono a testa in giù, incastrato tra le reti e la barca, il volto blu dell’affogato, ma sulla bocca un sorriso assai appagato.
Da quel giorno Eliana prese allora a recarsi tutte le mattine al cimitero riuscendo a confessare unicamente allora e soltanto ad una tomba tutto il suo amore.
Perché questo vuole la leggenda, che quando l’amore arriva ai disgraziati, li coglie impreparati e si porta via quel po’ di speranza che hanno, lasciandoli soli.
O, addirittura, morti.