La maledizione di Ianetta è legata alla sua nascita: settima di sette sorelle, è destinata ad essere additata per tutta la vita come una coga, una strega malvagia che mangia i bambini e porta disgrazie a chiunque ne incroci la strada. Ed è per questo che il padre di questa bambina, non appena essa è nata, si vede costretto ad ucciderla, per scongiurare tutti i mali che, altrimenti, capiterebbero alla famiglia; ma neanche credendo fermamente alla malvagità dell’esserino che tiene tra le braccia riesce a sferrare il colpo di grazia, e la abbandona sotto la pioggia e il vento, confidando che la tempesta si porti via la sua anima sfortunata. Ma in casa Zara c’è chi sa vedere oltre le superstizioni: la piccola Lucia, la maggiore delle sorelle, sente che qualcosa non va, quella notte. Esce dalla sua stanza e corre in giardino, dove trova Ianetta sotto la pioggia scrosciante. La salva, e da quel momento la famiglia non può fare più nulla, devono tenerla in casa se vogliono scongiurare le maledizioni.
La presunta coga cresce così nel più totale isolamento in una casa in realtà sempre affollata; è oggetto di continui improperi, qualsiasi disgrazia, piccola o grande, che capiti alla famiglia è imputata alla sua funesta presenza. Anche Baghintos, in Sardegna, dove è ambientata la vicenda, si rivolta contro la strega, perpetuando un progressivo isolamento della famiglia Zara: non vogliono in nessun modo avvicinarsi a quell’essere terrificante. Ianetta cresce e diventa sempre più selvatica, a mala pena parla, in un “mondo fatto di leggi antiche e imponderabili”; schiava dei pregiudizi, arriva a convincere se stessa di ciò di cui tutti, continuamente, la accusano.
Sono soprattutto le superstizioni le protagoniste de Il cuore selvatico del ginepro, un romanzo che si rivela capace di mostrare quanto possano essere potenti se sono in grado di farti odiare tua figlia, di farle del male, di desiderare la sua morte. Il velo sarà squarciato dal nuovo dottore assegnato a Baghintos ed ai paesi vicini che, arrivando dalla città, si stupirà fortemente del complesso di credenze che circonda Ianetta e che l’ha resa una reclusa. Ma è Lucia che infonde speranza nel lettore fin dall’inizio, Lucia che possiede un’anima buona, pura, gentile e, nello stesso tempo, porta dentro di sé una forza tanto potente da permetterle di lottare per ciò in cui crede. Quando cadrà in dubbio e si troverà a discutere con la sua domestica, essa le dirà, con una semplicità disarmante, che ha “la testa coi pensieri tutti pasticciati e il cuore troppo grande”, una frase che ho adorato per l’espressività e per il modo mirabile in cui riassume la figura di Lucia e la sua evoluzione durante il romanzo.
Vanessa Roggeri esordisce con un romanzo bellissimo, incantevole, che ti trasporta in un’epoca lontana descritta con tutte le sue contraddizioni. I personaggi sono delineati con accuratezza e le relazioni umane analizzate in profondità, con il risultato che fin da subito il lettore si innamora dei protagonisti. È una lettura che mi ha molto affascinato, ottima.