Ci impegniamo, noi e non gli altri,
unicamente noi e non gli altri,
né chi sta in alto, né che sta in basso,
né chi crede, né chi non crede.
Ci impegniamo:
senza pretendere che gli altri si impegnino per noi,
senza giudicare chi non si impegna,
senza accusare chi non si impegna,
senza condannare chi non si impegna,
senza cercare perché non si impegna.
Se qualche cosa sentiamo di “potere”
e lo vogliamo fermamente
è su di noi, soltanto su di noi.
Il mondo si muove se noi ci muoviamo,
si muta se noi ci facciamo nuovi,
ma imbarbarisce
se scateniamo la belva che c’è in ognuno di noi.
Ci impegniamo:
per trovare un senso alla vita,
a questa vita
una ragione
che non sia una delle tante ragioni
che bene conosciamo
e che non ci prendono il cuore.
Ci impegniamo non per riordinare il mondo,
non per rifarlo, ma per amarlo.
Bertolt Brecht
Quasi un appello per salvare il mondo.
Da chi altri potevamo ricevere tale monito se non da Bertolt Brecht? Un poeta militante, ipercritico, cosciente di poter dare un valido contributo alla causa della società attraverso la sua penna.
Il mondo sarebbe una scatola vuota se noi non ci fossimo. In realtà, di fatto potrebbe comunque essere un corpo senza anima se non l’animassimo.
L’impegno che predica il nostro autore parte dall’esistenza minuta di ciascuno, non si nutre di grandi progetti, ma di una quotidianità vissuta con senno, con senso del dovere.
Non possiamo arrogarci il diritto di lamentarci, di criticare gratuitamente l’operato altrui, l’eventuale scarsa attività, se in prima istanza non passiamo in rassegna la nostra vita, i nostri atteggiamenti, dunque il nostro impegno, concreto e senza indugi. Le parole non bastano, occorrono i fatti. E i fatti si possono e si devono compiere.
D’altra parte l’impegno si muove sul filo rosso dell’amore, è spinto da esso e per esso. L’amore tuttavia si dimostra con la reale disponibilità a mettersi in discussione, a cambiare, a trovare il coraggio anche di ricredersi, persino di tornare indietro se il mondo ce lo chiede.
Mai come in questo momento il mondo ci prega di fare uno sforzo in più, di portarlo in primo piano, di agire in sua funzione.
Non possiamo riempirci la bocca di parole come cambiamento e rinnovamento se poi ci non ci muoviamo, se restiamo fermi in attesa, nella vana speranza che gli altri facciano, si impegnino in vece nostra. Non è il tempo dell’inerzia.
L’incertezza e il turbamento che spesso proviamo genera sfiducia verso la società, verso il mondo. Dimentichiamo però che il mondo siamo noi, che ognuno può e deve fare la differenza.
Se non siamo in grado di mettere in dubbio chi siamo e da dove veniamo, se non riusciamo a fare la rivoluzione dentro di noi, non possiamo pretendere nulla dal mondo, non possiamo dire di amarlo davvero.