Tracy Chevalier ci regala un altro romanzo storico delicatamente intessuto di figure femminili. Questa volta siamo nella seconda metà dell’Ottocento, negli Stati Uniti della lotta contro la schiavitù e dell’abolizionismo, che condizionano la vita di tutti i giorni. In questo clima teso e movimentato, approdano le due sorelle inglesi, Grace e Honor Bright. La prima muore poco tempo dopo l’arrivo, lasciando Honor in preda alla disperazione e insicura sul suo futuro. Era Grace infatti ad avere un promesso sposo lì in Ohio.
Honor si imbatte prima in Belle, una modista eccentrica e sbrigativa che la accoglie nella sua bottega, poi in Donovan, il fratello di lei, bello e affascinante, ma con un’oscura personalità; è un cacciatore di schiavi. Un giorno il promesso sposo della sorella viene a prenderla e la porta a casa con sé. Nel nuovo paese, Faithwell, Honor cerca di dare una forma al suo incerto futuro, forma che giungerà a compimento solo dopo numerose fatiche fisiche e mentali da parte della giovane inglese.
Il romanzo è percorso senza interruzioni dal motivo della schiavitù, un male che all’epoca sembrava impossibile rimuovere. Per aiutare i neri a scappare, in America viene a formarsi una rete di uomini e donne che, comunicando tra loro, forniscono cibo, riparo, cure e una via per la fuga verso il Canada a quelli che riescono a fuggire dai loro padroni: è la cosiddetta “sotterranea”. Anche Honor cerca di prendere parte a questo progetto, osteggiata dalla sua comunità (è una quacchera).
Venato da tratti di un romanticismo fine ma appassionante, L’ultima fuggitiva ha un solo difetto, ed è quello di non approfondire la caratterizzazione di alcuni personaggi che hanno un rilievo importante nella vicenda. Personaggi come Donovan e la signora Reed (una schiava liberata che aiuta i suoi simili) sarebbero stati più completi e ancora più interessanti se l’autrice avesse dedicato loro più pagine. Delineati perfettamente invece i tratti della protagonista: sensibile, silenziosa, timida, abilissima cucitrice, Honor acquista, durante il romanzo, il coraggio che credeva di non avere e una nuova consapevolezza di sé. Cresce e impara ad affermare con forza i propri ideali e le proprie convinzioni; è il punto focale del romanzo con la sua generosità e la sua innata capacità di sentire attraverso la sua pelle il dolore del mondo e del tempo in cui vive. Un personaggio, a mio avviso, grandissimo, un grande saggio della capacità creativa della Chevalier.
Il romanzo è scorrevole ma intenso, lo si legge tutto d’un fiato, anche perché è impossibile non immedesimarsi nella protagonista e seguire con ansia ogni sua scelta e ogni colpo di scena. È sicuramente una prova completa e soddisfacente quella dell’autrice de La ragazza con l’orecchino di perla, il suo primo celeberrimo romanzo. L’ultima fuggitiva è uno dei romanzi usciti più recentemente che consiglio di leggere senza esitazione.