Era una notizia che aspettavamo da tempo. Finalmente, dopo 9 mesi di sequestro, Rosella Urru, la cooperante italiana della Ong Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli, CISP, è stata liberata. La conferma è arrivata alle 19.36 di mercoledì 18 luglio dalla Farnesina. La ragazza venne rapita lo scorso 23 ottobre nel sud dell’Algeria dal Movimento per l’Unità e il Jihad in Africa Occidentale, Mujao, insieme a due colleghi spagnoli, Ainhoa Fernandez de Rincon ed Enric Gonyalons, anche loro liberati mercoledì scorso insieme a Rossella. Come lei stessa ha dichiarato. “Il giorno della liberazione è stato il più bello ma anche il più impegnativo perché non immaginavo che in Italia ci fosse tutta questa gente mobilitata per me. La cooperazione è importante anche se è molto rischiosa, lavorare in certi posti si sta facendo molto difficile, ma io ci credo e spero di poter continuare a farlo”.
Nel corso dell’audizione presso la procura di Roma Rossella ha raccontato le varie fasi del sequestro spiegando di aver spesso cambiato il luogo della detenzione compiendo dei lunghi viaggi a piedi aggiungendo però, di non essere in grado né di descrivere i luoghi né tantomeno i propri rapitori. Inoltre ha anche ricordato che nella prima fase del sequestro i rapitori erano armati, tuttavia non le è mai stata puntata un’arma contro nel corso della detenzione e per sua stessa ammissione, ha tenuto a sottolineare che “Sono stata trattata bene”. La notizia è stata accolta con grande gioia dai genitori della ragazza ma tutta Samugheo, città della Sardegna che ha dato i natali a Rossella, è stata in festa.
C’è da dire che a marzo scorso circolò la notizia della liberazione di Rossella che però si rivelò essere falsa. Il sito mauritiano ‘Sahara Media’ dava per certa la liberazione della cooperante sarda, anche Al Jazeera lanciò tale notizia che subito circolò su Twitter facendo il giro del mondo in un battibaleno. A Samugheo iniziarono già i festeggiamenti, mentre i genitori invitano alla calma in quanto la notizia non fu mai confermata dalla Farnesina. E così si passò dall’euforia allo sconforto perché in realtà Rossella non venne liberata. Cosa che invece è avvenuta veramente mercoledì scorso.
Ad annunciare il rilascio della cooperante insieme ai due spagnoli è stato in prima battuta il portavoce del gruppo islamico Ansar Dine a Timbuctù, Sanda Abou Mohamed, ritenuto vicino ad all’organizzazione Mujao in quanto i due gruppi hanno combattuto insieme per sottrarre la parte settentrionale del Mali ai ribelli Tuareg. L’agenzia mauritana ‘Ani’, ha ritenuto che un possibile elemento di svolta nella faccenda sia stato il rilascio di Mamne Ould Oufkir, arrestato lo scorso 4 dicembre in Mauritania perché sospettato di essere coinvolto nel sequestro di Urru e dei due colleghi spagnoli. Il suo nome compariva nella lista dei detenuti salafiti da liberare in cambio di Rossella, ma non c’è certezza che realmente sia servito nell’operazione che ha portato alla liberazione dei tre ostaggi.
C’è da aggiungere che alcune fonti dell’intelligence spagnola hanno riportato al sito ‘Globalist’ che la Urru e lo spagnolo Enrico Gonyalons sono stati liberati a seguito del pagamento di un riscatto versato da Italia e Spagna. In conclusione, secondo quanto detto da un portavoce del gruppo Mujao alla France Presse. “Abbiamo ricevuto 15 milioni di euro per il rilascio dei tre ostaggi e abbiamo ottenuto che venisse rilasciato un mujaheddin in Mauritania”.