Caro Leonardo,
sono certa che tu abbia bisogno del mio conforto. Ho saputo della tua insonnia. Non sai quanto mi dispiaccia. So bene cosa vuol dire passare le notti in bianco: il tempo ti si sbriciola tra le mani mentre la tua mente lascia libero accesso a pensieri brutali. E la sensazione di vuoto e impotenza è implacabile. Brutta cosa, davvero ! Non mi definisco una persona particolarmente generosa, talvolta mi compiaccio dei guai altrui, ma ti assicuro che l’insonnia non è tra i mali possibili che, in certi giorni, desidero colpiscano il prossimo.
O forse non è proprio così. Voglio essere sincera: credo che molte persone meritino anche la mancanza di sonno. Tu sicuramente non sei fra quelli. La tua bellezza, la forza con cui apri le ante delle finestre, il modo con cui metti la chiave nella serratura, i tuoi i piedi, piccoli per la tua altezza, ma armoniosi, la timidezza che hai quando saluti, pretenderebbero il meglio. Eppure non bastano. Del resto la vita, come saprai, non conosce un criterio equo di distribuzione del merito e del meglio. E non c’è verso di cambiare il corso delle cose. Forse, caro Leonardo, l’unico rimedio che abbiamo è la civile convivenza con i nostri mali. Certo, stare a casa con l’insonnia non è facile per nessuno. Lascia segni indelebili. Proprio ieri mattina, quando sei uscito di casa, ho notato che avevi un’aria spenta e stanca, camminavi con le spalle curve come chi non ha alcuna voglia di vedere il resto del mondo. Mi hai fatto tenerezza. Quanto avrei voluto stringerti a me !
Ma inizio a perdermi in divagazioni. Se ti ho scritto questa lettera c’è un motivo ben preciso: tentare di consolarti. E devo farlo subito. Ti darò qualche consiglio che spero non dimenticherai facilmente. Ogni tanto, quando ti guardo, ho l’impressione che tu sia piuttosto distratto e svagato e la distrazione in questo caso non aiuta. Per questo ti prego di concentrarti e di prestare molto attenzione, insomma, evita di vagare con lo sguardo come fai di solito quando cerco di parlarti. Bene, ascoltami. In primo luogo, l’insonne, non deve lasciarsi assalire dalla pigrizia. Per esempio, se in piena notte, quando attorno a te regna il silenzio, inizia a squillare il telefono -otto squilli e tre chiamate di seguito- non limitarti a non rispondere e a mettere la testa sotto il cuscino, pensando che prima o poi smetterà di squillare, staccalo quel maledetto telefono ! Alzati e vai alla finestra a prendere un po’ d’aria, adesso che è estate è molto piacevole anche di notte, te lo garantisco.
In secondo luogo, evita di usare i tappi per le orecchie- la tua spazzatura ne è zeppa- ho letto che possono provocare complicazioni all’udito. Immagino che il calpestio sul pavimento al piano di sopra, ad un certo punto della notte, diventi come una specie di martello. Ebbene, tu non cedere ai tappi, resisti e prendi qualcosa da bere, magari una vodka. Ti farà bene e poi rilassa, allenta i freni inibitori e cancella pensieri malinconici. Io so che tu sei abbastanza malinconico da quando tua moglie Artemisia- che bel nome il mio è così banale- ha deciso di andare a dormire altrove. Lo so, l’insonnia è capace di rovinare anche i matrimoni, ma fattene una ragione. Qualunque persona dotata di buon senso ti sconsiglierebbe una donna con il nome copiato da quello di una pittrice. Denota scarsa personalità Anche tu ti chiami come il grande da Vinci, ma tu sei diverso. Tu puoi permettertelo. Non fosse altro perché fai il professore di storia dell’arte. A proposito la tua lezione di mercoledì non era molto chiara. Ma ancora una volta sto divagando con il rischio di confonderti. Ricominciamo, altro consiglio: se qualcuno decide di far scattare l’allarme- deve trattarsi di un esperto secondo me- chiama pure la polizia. Mio padre ci lavora e senz’altro accorrerebbe subito. Credo avranno difficoltà a rintracciarti: ho notato che il tuo cognome sul citofono è scomparso, ma tu provaci lo stesso, non si sa mai. Chiedi pure di mio padre, dì anche che mi conosci. Lui farebbe qualunque cosa per me! Lo so, non hai più il cellulare -a proposito l’ho trovato in ascensore non vedo l’ora di consegnartelo- ma puoi utilizzare il telefono fisso. Starai pensando che non ti spieghi come mai, da un po’ di tempo, il fisso possa solo ricevere. Hai ragione, allora fai così se proprio non riesci a dormire, esci di casa e vai fare una lunga passeggiata. Non da solo! E’ così triste andare in giro senza nessuno. Verrò io con te, a quell’ora sarò senz’altro sveglia. Non c’è bisogno che tu suoni al mio campanello. Ti aspetterò davanti alla porta di casa. Non sai quanto ami andare in giro di notte: è tutto così tranquillo, c’è una quiete che fa dimenticare qualunque cosa. E poi sono certa che camminare insieme mano nella mano, di notte, per le strade deserte, sia incantevole. Dopo una vodka è ancora meglio. Anzi, porta la bottiglia di vodka, quella che hai in frigo, la beviamo insieme, al chiaro di luna.
Sono le tre . Lascio questa lettera sotto la tua porta. Immagino che la leggerai subito. Ho appena telefonato- otto squilli e tre chiamate di seguito- e so che sei sveglio. Io ti aspetto qui, sulla soglia di casa.Come ogni notte.
La tua vicina che vorrebbe chiamarsi Artemisia.