Per centinaia di persone il web rappresenta una forte ossessione che può trasformarsi in una vera e propria malattia la quale li porta ad essere degli ‘internet dipendenti’. Proprio per curare la dipendenza dal web, da qualche anno, il Policlinico Gemelli di Roma, ha aperto il primo ambulatorio in Italia che si occupa dell’ ‘Internet Addiction Disorder’, coordinato dallo psichiatra Federico Tonioni. Nel giro degli anni sono passati centinaia di pazienti, mentre quotidianamente sono molti i genitori che telefonano per chiedere consulenze. Statisticamente, otto pazienti su dieci hanno un’età compresa tra i 12 ed i 21 anni e sono soprattutto di sesso maschile. Quelli di età maggiore, ovvero i pazienti che superano i 35 anni, sono ossessionati dal web ma in particolar modo per quanto concerne i siti porno e i siti di giochi d’azzardo. Gli over 35, nella maggior parte dei casi, sono consapevoli di avere un forte disagio e pertanto è più facile interagire con loro per la terapia, mentre i più piccoli spesso non riconoscono di avere un problema e con loro il lavoro, in tal caso, si complica.
La dipendenza nei confronti di internet è graduale, ma alla base di essa c’è quasi sempre una carenza di amicizie, di affetto, di rapporto con i propri familiari, la mancanza di un rapporto sia con il proprio corpo che con il sesso. E così l’adolescente rimane totalmente avviluppato dalla tecnologia che gli ruba sempre più tempo, deteriorandogli i vari rapporti umani che ha con il mondo esterno, innescando in tal modo, uno stato dissociativo del ragazzo. Il social network Facebook poi, rappresenta un altro elemento che ha contribuito la dipendenza da internet, in quanto si chiede un’amicizia semplicemente virtuale, in molti dei casi non si conosce nemmeno l’altra persona con la quale si stringe tale amicizia, ma soprattutto ci si dimentica di incontrarsi dal vivo. I genitori spesso sottovalutano tale fatto, magari si sentono più tranquilli vedendo il proprio figlio in casa, ma poi si accorgono, talvolta quando ormai è troppo tardi, che esso è diventato un ‘internet dipendente’.
Ed invece è importantissimo intervenire in tempi utili, altrimenti il ragazzo rimane incastrato nella realtà virtuale e perde qualsiasi contatto con il mondo reale. Attenzione quindi a quei comportamenti che possono indurre un genitore a sospettare che il proprio figlio abbia una e vera propria sindrome: il ragazzo trascorre gran parte della giornata dinanzi al pc sottraendo tempo per tutte le altre attività, ha una totale mancanza di interessi e di amici se non rimediati dal web, ha una scarsa partecipazione emotiva in famiglia, reagisce in maniera violenta nel momento in cui gli si sottrae il computer, altera il ritmo sonno-sveglia, ovvero dorme nelle ore diurne rimanendo sveglio la notte ed infine non cura il proprio corpo. Rivolgersi all’ambulatorio del ‘Gemelli’ per la cura, deve essere pertanto, solo la soluzione estrema. Tale cura avviene in tre fasi: la prima è un semplice colloquio che serve a confermare se il paziente abbia o meno la dipendenza da internet, la seconda consiste invece in una serie di incontri volti a capire cosa ha provocato il disagio, nella terza fase infine, si inserisce il paziente in un gruppo riabilitativo. L’obiettivo finale è quello di riabituare i giovani al contatto fisico ed alla comunicazione con i propri coetanei nonché con i propri familiari. Attenzione quindi al web… i rischi sono alla portata di un click.