L’arte della felicità.
Paradosso, utopia… paura?
Il logo è lampante: una serie di cerchi concentrici, tutti di colore diverso, che si concludono in unico centro bianco, uno scherzo quasi ipnotico che provoca la mente e che mi lascia soffermare anche sul sottotitolo: La solitudine… Rapita dalle parole, incantata dai colori e cullata dal chillout emesso dalla home di http://www.artedellafelicita.com/index.php/2011 , inizio a girare, a sfogliare, ad esplorare… Devo assolutamente sapere cosa intendono con “arte” e cosa per “felicità”, e perchè poi associarla alla solitudine…?
Sebbene siamo disillusi dalla vita e scettici quasi per moda, è inutile negare che quando si parla di spiritualità, della ricerca di un equilibrio, di uno stato esistenziale sereno e gratificante, la nostra indole disperatamente curiosa si desta, prestando la sua totale attenzione all’argomento, che sia per speranza, per informazione o per semplice senso critico.
“L’Arte della Felicità è la proposta di un dialogo aperto, positivo, capace di prolungarsi e moltiplicarsi nel tempo. È un dialogo tra scienza e religione, tra filosofia espiritualità, tra gente comune e testimoni d’eccellenza .È un invito alla parola, al confronto non urlato, allacomprensione, all’apertura.”
Ci ripenso: in fondo queste chiacchiere sull’apertura mentale, la meditazione e il karma non fanno per me…e poi se vi parlassi della ricerca della felicità, perderai la mia totale credibilità come rappresentante di cinismo.. Meglio lasciar stare, ma ormai, come mio solito, ci sono dentro e le cose o si dicono per bene o non si dicono affatto giusto?!
Stavolta è molto diverso però. Oggi vi propongo un evento, sì, una manifestazione culturale che impegnerà grandi nomi del panorama nazionale a Napoli dal 31 marzo al 10 aprile 2011, nomi del campo cinematografico, letterario, filosofico. Una lunga serie di appuntamenti in giro per la nostra città, tutti imperdibili per il loro intimo significato: dimostrare che la solitudine è uno stato, un modus vivendi non del tutto malsano; approfondire un lato della solitudine quasi terapeutico, prezioso: stare soli per conoscersi, per capire, per vivere… Vivere in libertà, senza limiti… Vivere in libertà per rivalutarli quei limiti e per comprendere cosa davvero ci fa stare bene e cosa no; smettere di lamentarci a caso ed iniziare a farlo per cose mirate; sapere di conseguenza cosa vogliamo e sfruttare la solitudine per individuare e raccogliere le nostre risorse e raggiungere lo scopo.
Sapete perchè la felicità desta più attenzione del buco dell’ozono?!
Perchè è un mistero, non ha un volto, non ha un profumo nè un colore, dimostrare l’esistenza e l’identità precisa della felicità, significherebbe toccare con mano un sommo bene tangibile, molto più spaventoso di disastri ambientali, guerre e presagi apocalittici vari: l’esistenza del bene ci spaventa molto più del male semplicemente perchè, a differenza di questo, nel quale ci destreggiamo con più che buoni risultati, abbiamo paura di non essere all’altezza… di fare, ricevere, o anche solo assaggiare un po’ di quel bene…
Certamente questo mio articolo non cambierà le cose, probabilmente questo chillout mi resterà in testa per tutta la mattinata e poi svanirà insieme alle profonde riflessioni che ogni tanto LetteraTu ci regala, ma il mio compito in fondo non è quello di fare la differenza, io insinuo proposte: poi ad ognuno la sua arte… della felicità.