Quanti leggono in Italia? Pochi. Siamo in pochi. La carta, in quanto mezzo di comunicazione, sta scomparendo. Lo dicono tutti. Eppure le parole hanno una grande forza, spesso fanno paura. Anche questo lo dicono tutti. Martin Lutero con le sue 95 tesi nel 1517 diede inizio alla Riforma Protestante, Galileo Galilei pubblicò il “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” per far conoscere l’universo al mondo. Entrambi hanno sfidato qualcuno. Uno ha vinto, l’altro no. Ma hanno scritto e, chi prima, chi dopo, sono riusciti nel loro intento: diffondere la conoscenza.
Forse non tutti gli scritti pubblicati fino ad oggi hanno sortito lo stesso effetto, forse non tutti i libri sono nati con un obiettivo (di quel calibro intendo!). Ma il punto non è questo.
Marco Travaglio comincia la propria carriera da giornalista e scrittore non molti anni fa ma fatica a conquistare il favore di pubblico e lettori.
Oggi Travaglio continua a scrivere, (ecco il punto è questo) perché sa che le parole feriscono, colpiscono, intimano, animano, aiutano. Le sue parole hanno riempito pagine su pagine, raccolte poi fino a formare un libro, “Colti sul Fatto”, che si presenta come l’unione di tante novelle che confluiscono in un unico racconto. Pulito, ironico e forte. La forza delle sue parole che rappresentano un’umana conseguenza della nostra storia, ed è la storia di un paese in crisi che fatica a ritrovare la propria strada, i propri valori e le proprie capacità, quelle che gli hanno permesso di essere si il “Bel Paese” ma prima di tutto di essere una terra ricca, antica, madre del sapere, madre dell’architettura, madre della buona cucina, madre della forza e della rinascita. Dov’è finito tutto questo? Dove cercare la causa di questo malessere?
“J’accuse” titolava Zola nel suo editoriale. Si, io accuso coloro che han perso di vista le priorità di questo paese, io accuso chi dimentica, io accuso chi non crede, io accuso chi non lotta, io accuso chi vende la propria terra e se stesso, io accuso chi non ha il coraggio di guardarsi intorno e capire, conoscere ciò che c’è da conoscere. La consapevolezza. Io accuso chi non la ha e la rifiuta. E mi batterò per difenderla. La consapevolezza. Di un paese che muore.
Ma veniamo a noi:
“Lei afferma: manca la libertà d’informazione. E’ questo il motivo che ha portato alla nascita de “Il Fatto Quotidiano”?
Le notizie fanno paura. E oggi è difficile parlare di libertà di informazione su carta stampata. Ognuno dovrebbe scrivere ciò che pensa ma non è così. La maggior parte degli editori sono “legati” al Presidente del Consiglio.
Il Fatto Quotidiano è nato con una scommessa, riuscire ad andare avanti solo grazie agli abbonamenti. Ci siamo riusciti. La presenza di pubblicità è minima (la percentuale più bassa in Italia rispetto alle vendite del giornale) e i guadagni sono investiti nell’assunzione di nuovi giornalisti, nuove firme. Gli altri quotidiano vivono seguendo un “do-ut-des”: le pubblicità sono semplicemente favori, io ti do la mia pubblicità e tu parli bene di me (anche quando non me lo merito).
“L’ultimo avvenimento (in ordine cronologico) che ha potuto raccontarci nel suo libro è il fallito attentato a Belpietro.
Belpietro ha subito un attentato e io gli ho mandato un sms di solidarietà, perchè non fa piacere a nessuno sentir degli spari quasi in casa propria. Dopo son venuti fuori indizi discordanti, o meglio non son venuti fuori indizi. Ciò non significa che l’attentato non sia esistito ma che forse il caposcorta abbia ingigantito la cosa. Gli eventi infatti non coincidono con la sua dichiarazione (egli è “noto” peraltro per aver sventato in passato un attentato a D’Ambrosio, anche questo mai provato). Ovviamnete l’intero evento è stato usato dalla destra per attaccare il c.d. “partito dell’odio”, colpevole di fomentare questo tipo di terrorismo.
“L’avvenimento più recente è però lo scandalo che coinvolge il Presidente Berlusconi. Ora che è qui può dirci quali crede saranno le conseguenze di tutta questa storia.
Della vicenda di Berlusconi non mi interessa lo scandalo sessuale perché in casa propria è libero di fare ciò che vuole, l’importante è che lo faccia senza commettere reati. Ma visto che questo governo voleva mandare in galera chi pagava le prostitute direi che c’è bisogno di un po’ di coerenza.
Se sei il capo del governo e chiami l’ultimo dei poliziotti per dire cosa deve o non deve fare, questi, sii sicuro, lo farà. Questa si chiama concussione.
Se fai una telefonata del tipo “Io sono Berlusconi, quella è la nipote di Mubarak (ergo è sottointeso che possa scaturire un incidente diplomatico). Lasciate andare Ruby”, è chiaro che dopo non venga seguita la normale procedura. Ecco perché c’è un’indagine in corso, che in molti considerano anche strana. Ad esempio il presidente del CEI (Conferenza Episcopale Italiana n.d.r.) Bagnasco ha detto: Berlusconi deve fare il bravo, ma anche la magistratura…! E questo è sbagliato, tutto questo non aiuta.
Ci sono 140 ragazze finora coinvolte in questo caso, che vanno perquisite e interrogate per capire se ci sia stato o meno sfruttamento della prostituzione.
Può succedere che vengano processati i coinvolti di questa faccenda, gli organizzatori, che ad oggi risultano essere la madrelingua Minetti, Lele Mora ed Emilio Fede. Il Presidente è accusato di essere un fruitore. Se si prova che Berlusconi abbia avuto rapporti sessuali con Ruby può essere condannato. Entro il 21 Marzo sarà mandato a giudizio immediato (a meno che gli avvocati non scelgano il rito abbreviato che renderà l’intero processo a porte chiuse). Tutto ciò escludendo che vengano fatte altre leggi ad personam.
“Tornando indietro ripercorriamo gli eventi di quest’estate, cioè la casa di Tulliani, Fini e Montecarlo.
Il Presidente della Camera ha commesso una leggerezza: pressato dallo pseudo cognato ha detto al partito di vendere la casa a due società di conoscenza dello stesso cognato (off-shore, ovvero con sede in un paradiso fiscale). Il fatto che l’abbia venduta a poco non ci interessa perché noi cittadini non ci rimettiamo niente. Ma in molti dicono che una delle due società appartenga allo stesso cognato: si tratta quindi della vendita di una casa, in un paradiso fiscale ad una società, con sede in un paradiso fiscale. E poi un partito non potrebbe vendere a società private. A questo è stata aggiunta la storia della cucina acquistata da Fini “Fini acquista una cucina da 4000 euro sull’Aurelia e la manda a Montecarlo” erano questi i titoli dei quotidiani quest’estate… insomma la barzelletta dell’anno! Divenuta tale grazie a quei giornali che non dicono la verità, quei giornali che un giorno decidono di prendere di mira qualcuno, che lo fanno all’incirca per un mese per poi scusarsi, quando si scopre che son tutte menzogne, con un semplice “ops, ci siam sbagliati”. Belpietro un giorno mi chiama e mi dice: Fini deve andare in Emilia per incontrarsi con una prostituta. Io la pubblico come notizia, ma lo faccio per fargli un piacere, sai com’è non vorrei lo dicesse qualcun altro al mio posto.
Fini non ha capito il favore… e l’ha querelato.
L’obiettivo sembrerebbe quello di far passare Fini per un delinquente. Così per i cittadini tutti i politici diventano delinquenti e B. passa inosservato nella massa. Un Fini che parla di legalità, buonsenso e integrità morale può essere “seguito” da qualcuno, screditandolo invece lo si mette fuorigioco. Ecco ciò che fa Belpietro, ecco ciò che fanno tutti i giornali del Presidente.
E se tutto dovesse andar male si parla già dei suoi successori, Alfano, la Gelmini, la figlia dello stesso Presidente… tutta persone preparate.
“Sono tanti gli eventi di cui ci parla nel suo libro.Ma per quanto riguarda il PD è possibile che non si renda conto che il centro-destra è in crisi?
Il problema è che non c’è un leader che si metta a capo del PD e che se ne approfitti. Solo in Italia quando crolla un governo crolla anche l’opposizione, si sostengono a vicenda. Oggi abbiamo Berlusconi, perché dall’altra parte abbiamo il PD. All’antidoto Berlusconi c’è il vaccino PD, che quando sale fa dimenticare il precedente governo solo perché riesce a far peggio. Tra poco ci saranno le primarie, chissà… forse serviranno per indicare un premier ma non si sa ancora da dove visto che il PD sta seguendo diverse strade. Ad esempio è terrorizzato da Vendola perché non ha al proprio interno un leader capace di batterlo. Ad oggi il PD ha il 24 % dei favori, che non è poco, considerato che il partito di Vendola ne ha il 5%, ma contro Bersani vincerebbe anche un paracarro. E visto che non vogliono far vincere Vendola, a questo punto rimandano le primarie. Che poi Vendola può vincere solo e sempre perché il PD non ha nessuno (o meglio nessuno che non risalga agli anni ’50). Delle buone proposte potrebbero essere il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi o anche il Presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti. E invece no, pensano di combattere Berlusconi con coloro i quali, in questi anni, lo hanno soltanto favorito; sono stati i suoi migliori compagni.
“Ma esiste un’alternativa a Berlusconi? Cambierà qualcosa in questi mesi?
Prevedere ciò che succederà non è il mio ramo, io racconto ciò che è già successo. Ogni volta ho sempre pensato che potesse essere l’ultima, e invece… no! L’unico posto in cui non c’è alcun tipo di rivolta è il nostro paese: qualcuno dovrebbe prendere in mano la situazione ma nessuno lo fa. Ogni tanto leggo sui giornali: l’ira di Napolitano, o anche: la rabbia del Vaticano. E rido. Dov’è questa rabbia? Dove si è mai vista un’opposizione costretta ad aspettare che il Vaticano parli. Ma dite voi qualcosa.
Belpietro ha fatto tanti complimenti al Presidente del Consiglio. Ma per cosa?
“Formulando queste accuse, non ignoro che mi metto sotto il tiro degli articoli 30 e 31 della legge sulla stampa del 29 luglio 1881, che punisce le offese di diffamazione. Ed è volontariamente che mi espongo. Quanto alla gente che accuso, non li conosco, non li ho mai visti, non ho contro di loro né rancore né odio. Sono per me solo entità, spiriti di malcostume sociale. E l’atto che io compio non è che un mezzo rivoluzionario per accelerare l’esplosione della verità e della giustizia. Ho soltanto una passione, quella della luce, in nome dell’umanità che ha tanto sofferto e che ha diritto alla felicità. La mia protesta infiammata non è che il grido della mia anima. Che si osi dunque portarmi in assise e che l’indagine abbia luogo al più presto. Aspetto.”
Emile Zola