“Mi toccherà ballare. L’ultimo principe di Trabia” è un libro molto prezioso. Quando ho finito di leggerlo, l’ho tenuto tra le mani e, guardando negli occhi il Principe ritratto in copertina, ho immaginato le due autrici fare lo stesso, soppesare questo libro, cercando di immaginare quanto potesse essere pesante per loro, quanto importante e grande. Raimonda Lanza di Trabia è la figlia di Raimondo. Essa, insieme alla nipote Ottavia Casagrande, ripercorre la vita di suo padre e ce la racconta, regalandoci un resoconto straordinario, di una vita vissuta al limite, a grande velocità, con una tale ricchezza di ambienti e personaggi da far strabuzzare gli occhi se si pensa che è tutto vero.
Raimondo da subito affascina incredibilmente. Ti viene voglia di montare su due piedi una macchina del tempo e tornare indietro solo per conoscerlo, per vederlo, per respirare l’aria elettrica che sapeva creare intorno a sé. Raimondo era eccentrico e geniale, sapeva passare da momenti di incredibile euforia, in cui era in grado di fare qualsiasi cosa, possibilmente più cose contemporaneamente, a momenti di massima noia e depressione, in cui semplicemente se ne stava nella sua stanza d’albergo a consumare le giornate circondato dal caos.
Memorabile la sua tecnica di spiazzamento di personaggi importanti. Quando infatti doveva trattare con qualcuno o affrontare qualche questione spinosa, Raimondo era solito ricevere il suddetto personaggio comodamente immerso nell’acqua calda della sua vasca da bagno. Si rivela fin da subito una tecnica infallibile. Non voglio raccontare troppo di Raimondo, perché leggere della sua vita è davvero un piacere. Pagina dopo pagina ci si affeziona a lui e alla sua famiglia, sembra di conoscerli veramente. Ci si aspetta quasi di vederseli spuntare dietro l’angolo, sotto casa.
Mentre viene raccontata la vita di Raimondo, si toccano alcuni punti della storia fra i più famosi, ed è questa una delle ricchezze maggiori del libro, che parla delle due guerre mondiali, della campagna d’Africa, della guerra civile spagnola, del fascismo. Ma non solo; spuntano infatti qua e là nomi notissimi: Luchino Visconti, Greta Garbo, Anna Magnani, Errol Flynn, Galeazzo Ciano, Gianni Agnelli, e molti altri.
Il libro scorre senza intoppi, è scritto davvero molto bene. Sa alternare momenti di grande commozione ad altri senza dubbio comici. Ha il pregio di raccontare le questioni più problematiche facendole diventare semplici e immediate. È conciso al punto giusto, equilibrato. Uno dei suoi punti forti è la potenza del lessico: mi è rimasto impresso lo “sguardo viola” di Magdalene, a pensarci ancora mi vengono i brividi. Libro consigliatissimo, ad ogni tipo di lettore.