La goccia è una gemma che danza, si allarga, prende a cadere.
Lenta.
Incerta, si tende, esita, si spezza, poi ti cade sul collo, percorre i tendini tesi, si ferma allo spasimo.
Riprende.
Tenace, viaggia giù per le vene pulsanti, riflette, poi abbraccia un affondo e ti salta sul seno.
Gira, rigira, ti scarabocchia la pelle.
Si ferma, attende, riparte quieta.
Una perla che rotola piano, che gioca di sponda tra i muscoli tesi, che disegna un rivolo esiguo appena increspato dai tuoi rochi sospiri.
Fino a ristare, dubbiosa, sull’ultimo colle, là, dove la bevo assieme ai tuoi ultimi umori.