Ogni luogo, ogni incedere del mio passo vissuto di recente è a te legato. Non c’è nulla, nessuna strada, nessun palazzo, nessun negozio, che io ricordi, privo del tuo odore. Oggi ho camminato per tutti questi silenzi attraversando le forme che le tue labbra avevano sulle mie. Io ho camminato ricalcando la forma delle tue labbra quando le tue labbra s’univano senza pensieri. Io iniziai ad amarti dalle labbra. E dalle tue labbra capii che ci univa in silenzio l’incapacità di scegliere le vie che portano ad un vivere privo della resistenza immunitaria che rigetta il tormento.
Io so oggi che gli angeli non hanno solo le ali, che il vento ha reso le loro piume infinitamente immuni alla poesia e che l’amore scorre lungo i rivoli di un sangue appartenente alle incomprensioni.
Mi torna in mente ogni luogo in cui siamo stati. Comprendo il velo d’inerzia che addolorava e fermava il nostro amore. Comprendo oggi la lentezza con la quale arrivava l’affetto ai nostri cuori, rallentata dalle vicissitudini che la vita riserva in maniera inesorabile. Comprendo l’umana dimenticanza che ammorba ogni cosa. Che rende ogni ricordo talvolta privo dell’assenza che colora le eventualità del vissuto. E’ una nebbia quella che impedisce le sostanze affini di essere un’unica frontiera per il tempo che le contiene.
Ti ricordi perché tutto nacque? Parte di me scorse fin dove il vuoto aveva trafitto le parti che più avresti voluto nascondere da ogni cosa. Oggi io so che ogni cosa s’è mossa perché io ti perdessi, in quegli stessi luoghi in cui i lupi e il buio divorano quel poco che il mondo ancora conserva sotto il nome di purezza. Io oggi so che il mondo non vuole nessuna purezza tra dita e che l’acqua, la stessa acqua che lava via ogni possibilità di unione eterna, scorre tra le fibre della nostra distanza.
Prima il silenzio ha sussurrato ancora la genesi dell’assenza. Tu non hai mai visto cos’è capace di fare l’assenza sul mio corpo. Eppure tu conosci la tortura di cui sono capaci gli elementi da cui deriviamo e di cui non conosciamo le origini. Dei, sogni e cieli non hanno alcuna pietà. Tu lo sai, non hanno alcuna pietà. Eppure hai lasciato che le Moire filassero il tormento nelle mie carni.
Tra i tuoi occhi e le tue labbra c’è il mondo che ho voluto vivere. Le linee del tuo viso formano il percorso dei giorni che ho passato.
Sei stata la storia mia tradotta in colori.
Hai un silenzio dentro, hai un silenzio che ha completato il mio mondo quando ero in silenzio.
Lo so, è solo che non ti conosco.
Sei quello che ho dentro, dunque non ti conosco.
Dunque.
Ti ho persa.