Se ci siete stati,
significa che amate guardare le stelle, disegnando con esse.
Significa che adorate giocare con le nuvole,
guardare il tronco di un albero scoprendovi un volto.
Vi domandate a proposito dell’animo dei fiori:
allora troverete, forse, le violette vanitose, le margherite umili e sognatrici,
mentre i tulipani cavalieri dell’onore.
Se ci siete stati,
siete, certamente, animi incontentabili, sempre in viaggio.
Sempre. Spesso con il pensiero:
esploratori impavidi di mondi plausibili o impossibili.
Sarete stati nel giardino delle idee.
Il giardino dell’attesa.
Dove, queste custodi di luce, attendono d’esser colte
e dove voi, invece, avete creduto di dover aspettare
di trovare.
Piccole folgoranti gemme lucenti:
i passeggiatori si stupiscono di quanto un corpo tanto sottile,
possa riempire il candido letto su cui si adagiano di una luce sì immensa.
Sono solo boccioli, neonate che aspettano di esplodere di vita nelle loro mani,
nel loro cuore.
Se ci siete stati
avrete camminato con passo, a vostro dire, incerto
sul bianco manto che dà loro nutrimento.
Avrete certamente notato gli abbozzi di parola, i tratti appena delineati di «a», «c»
ed ecco, laggiù, forse una «r».
Infinite possibilità
troveranno compimento solo nel cuore di alcuni passeggiatori in questo giardino.
Se avete colto la vostra gemma,
siete sognatori del giorno e della notte.
Quando nel buio il vostro cuore s’abbandona alla malinconia,
sapete di potervi rifugiare in questo luogo senza confini.
Affondate i vostri passi nel morbido candore, percorrete sentieri immaginari,
affidandovi ad essi, convinti di esitare.
Ingannate un tempo che non c’è, cercando d’indovinare le poesie che,
quegli schizzi appena accennati, diverranno.
Quelle linee astratte, inscritte su un terreno che non è.
Credete di coccolarvi nell’attesa,
chiudendo gli occhi, concedendovi un sogno.
Credete di rifuggire una realtà, calandovi in una da voi inventata.
La verità è questa, che io vi dico:
se ci siete stati,
significa che il vostro cuore tanto lo ha bramato.
Tanto abbastanza da permettervi di poterlo vedere.
Il luogo senza tempo, né confini;
dove gli unici colori sono quelli del cielo
che la vostra idea, non appena colta, dipinge.
Lei vi aspetta, lei attende
anche una vita intera.
La vostra.
Nel giardino delle idee «vita» è un concetto senza senso.
Anche il cielo, qui, non ha un colore solo:
giurerei di aver visto cieli fatti di mare;
cieli propriamente detti: senza nuvole, con un sole infuocato;
travolti da tormente di neve o notturni meravigliosi con la luna, senza stelle;
vi assicuro, però, ho potuto godere di cieli dei colori dell’autunno: tappeti di foglie
rosse e dorate;
cieli sanguinanti, mentre altri che raccontavano di rotaie che correvano sempre dritte incontro al mare;
cieli invasi da velieri volanti o percorsi in lungo e in largo da personaggi fantastici.
Se ci siete stati vi sarà sembrato di volare,
fuori dalle vostre giornate,
fuori da qualsiasi ricordo e fuori dai desideri.
Senza desideri.
Quello
è un momento da ricordare davvero.
Di cui lasciar traccia,
carta e penna alla mano.