Prima di cominciare a scrivere qualunque storia, prima di cominciare a scrivere, occorre preparare il terreno, metaforicamente il foglio bianco, fuor di metafora la nostra mente. Una storia narrativa, infatti, si costruisce usando la tecnica, ma una tecnica ha bisogno del contenuto e questo contenuto sono i semi della nostra storia. Difficilmente, infatti, qualcuno ha già in mente una storia completamente pronta e definita in ogni sua parte da raccontare. Molto più semplice avere in mente un’idea piuttosto vaga, un desiderio non ben definito di parlare su qualcosa o su qualcuno, di descrivere emozioni e stati d’animo, altro è raccontare una storia. Eppure, come dicevo, una storia è fatta di semi, tanti piccoli semi sparsi intorno a noi che attendono di essere sparsi per dare origine a quei collegamenti, a quella crescita che sarà l’origine della storia, la vostra storia.
In questa prima fase quindi concentriamoci sui semi, vediamo come riconoscerli, coltivarli e lasciarli riposare in attesa che facciano parte di una storia.
1) Narrare è vivere. Camminate per strada e osservate le persone, qualcuna attrarrà la vostra attenzione per il suo aspetto, il modo di vestire o di camminare, per un atteggiamento, una persona che non conoscete e vedete passare per caso. Cominciate a concentrarvi e ad isolare sempre di più il particolare che vi ha colpito che ha reso quella persona diversa, provate a descriverlo con accuratezza. Ad esempio:
“la mano affusolata con le unghie dallo smalto rosso si posò sullo scoglio, pareva avere una vita a sé come fosse un anemone marina, la pelle bianca e liscia riluceva al sole d’agosto”.
Non passate subito a descrivere la persona, soffermatevi prima sul dettaglio e poi allargate il campo visivo. Il lettore seguirà il vostro sguardo, al contrario di voi non potrà, incuriosito, alzare lo sguardo in direzione della donna, dovrà attendere il ritmo della vostra narrazione.
I dettagli nella narrazione sono più importanti di una descrizione accurata, chi narra non deve scrivere un testo regolativo, non deve spiegare nulla o il minimo indispensabile, deve lasciare che il lettore si affatichi a trovare le spiegazioni da sé e poco alla volta. Cominciate ad esercitarvi in questo modo. Analizzate i dettagli della realtà intorno a voi e descriveteli.
2) Un altro seme è rappresentato da un’idea, un’idea concettuale precisa, intorno alla quale costruire un intero mondo. Ognuno di noi ha le sue idee, qualcuna però si impone alle altre perché scuote la coscienza, nasce da un’esperienza che ci fa cambiare opinione su un fatto oppure è un’idea che si vuole approfondire, indagare, per vedere dove ci porta. Soffermatevi sulle vostre idee, su quelle a cui non date peso e su quelle che vi martellano la testa ad esempio: ho idea che l’emigrazione non sia una piaga sociale, che i libri siano la fonte dello spirito, che l’eutanasia non sia sbagliata ecc. Dopo che avete individuato la vostra idea, divertitevi ad immaginare i personaggi adatti a rappresentarla, immaginate il nucleo di un dialogo, trovate le tesi favorevole e sfavorevoli al riguardo ecc.
3) Un altro seme è offerto dalla cronaca, leggere i giornali offre tanti spunti alla narrazione di storie, ovviamente narrare non è il racconto di una cronaca, è la sua evoluzione, la sua ricomposizione nel tempo e nella fantasia. Si può prendere spunto da un fatto singolo o da una sequela di fatti e approfondirli, provare ad immaginare i personaggi, gli ambienti.
Sicuramente in questa vostra ricerca troverete tanti semi, ma non abbiate fretta di scrivere. Prendete appunti, lasciate che fermentino dentro di voi, lasciate che l’immaginazione scorra libera dalla scrittura, che impone i suoi limiti e le sue regole, LASCIATEVI INONDARE DAL FLUSSO DELLE IDEE: sarete poi più pronti per scrivere.