Con i ballottaggi di domenica e lunedì prossimi, si chiuderà questa tornata elettorale. Nel periodo che ha preceduto le elezioni, abbiamo assistito a quella che secondo il mio parere è stata la campagna elettorale peggiore degli ultimi 15 anni. Al di là delle classiche frasi fatte come “E’ ora di cambiare”, “C’è bisogno di un rilancio”, ma si è parlato anche di una “Svolta”, di una “Rinascita” o “Di una fase nuova”, ho notato come ormai tra slogan elettorali e dichiarazioni post elezioni, sia scomparso il dibattito politico, ovvero quel confrontarsi tra candidati di schieramenti opposti attraverso le idee politiche, illustrando i punti cardini dei propri programmi politici.
Tutto ciò è stato soppiantato da affermazioni abbastanza forti e talvolta fuori luogo che tentavano solo di screditare il candidato avversario, con la volontà di creare agli occhi degli elettori un nemico contro il quale combattere per il bene della comunità. L’elettorato dunque ha così assistito a faccia a faccia che non avevano contenuti politici, bensì era solo un accusarsi a vicenda, con la volontà di rendere meno credibile l’altro candidato, non per la precarietà del suo programma ad esempio, ma semplicemente raccontando aneddoti di vita che nulla c’entravano con quello che si stava dicendo.
Ma le dichiarazioni del post elezioni sono ancora più assurde ed è incredibile come si ripetano nel tempo sempre le stesse frasi di facciata. Chi non ha ascoltato i classici ritornelli “Il risultato ottenuto è andato oltre le nostre aspettative”, oppure “Siamo un partito piccolo, a noi va bene così”, oppure ancora “Se confrontiamo i dati con le amministrative del 2006 i dati sono a nostro favore” o infine “La partita non è finita, abbiamo solo pareggiato ai ballottaggi, ci giocheremo il secondo tempo”? Praticamente nessuno si è sentito sconfitto, i politici intervistati hanno detto parole che avevano solo una logica di partito e nelle trasmissioni che seguivano l’andamento dei voti si ripetevano solo affermazioni che commentavano i dati che man mano pervenivano e, anche in questo caso, i contenuti politici erano praticamente scomparsi. L’importante erano i dati, le percentuali dei voti ricevuti, o meglio gli eventuali seggi ottenuti, quelli fanno sempre gola. Un teatrino molto divertente per grandi e piccini.
E allora io mi chiedo dov’è finita l’onestà intellettuale per cui determinati politici, una volta intervistati, possono dire solo ciò che il partito di appartenenza gli impone? Non sarebbe bello che almeno qualcuno ci mettesse la propria faccia e si assumesse la responsabilità della propria sconfitta, ma soprattutto ci dicesse qualcosa che pensa lui direttamente? Invece no, dichiarazioni su dichiarazioni diafane, senza significato che però fanno riempire pagine e pagine di quotidiani. Niente è andato perso, nessun sconfitto, tutti felici per i propri risultati, ostilità nei confronti dei criticatori… insomma, la favola dei felici e perdenti!
C’è chi non ne può più dell’enorme querelle che ormai è diventata la campagna elettorale e non vede l’ora che arrivino questi ballottaggi i quali finalmente porrebbero fine a tutto, almeno per questo round. Peccato che comunque vedremo le facce dei candidati dei vari sindaci, consiglieri comunali o municipali ancora per un pò di tempo affisse sui manifesti abusivi che rovinano i muri delle nostre città. La politica comunque è una cosa seria e qualcuno mi potrebbe rimproverare che non è bello scherzare su quello che si vede in tv o si legge sui giornali riguardo i nostri politici… difatti io rido, ma piango di gusto.