COSA: Percorsi letterario /visite guidate al centro di Napoli
DOVE: Piazza Bellini (presso le mura greche) Napoli
QUANDO: 9-17 aprile 2011, ore 20,20, settimana della cultura durante la quale si usufruisce di uno sconto del 50% sul costo dei due percorsi, i sette percorsi totali proseguono ovviamente oltre l’iniziativa.
INFO: http://www.ludoviguida.com/
L’immenso e molto terreno Giovanni Boccaccio fu inviato a Napoli dal padre non ancora trentenne per fare pratica bancaria presso una nota famiglia partenopea e tradizione vuole che qui egli incontrò la sua Fiammetta. Non l’intera platea di critici e filologi è unanime sulla reale esistenza della sua amata ma molti l’ hanno identificata con Maria dei Conti d’Aquino di Napoli. Proprio nei vicoli più famosi del mondo sarebbe avvenuto l’incontro più importante della vita del poeta. Dedicato all’amata è il poema allegorico in terzine “L’amorosa visione”, opera resa ancora più complessa dall’uso dell’acrostico. Boccaccio è debitore, sia per alcune delle tematiche presenti che per la struttura dell’opera, di Dante, ma dallo stesso si discosta. Boccaccio brama la carne dell’amata, tenta di congiungersi con lei carnalmente mentre la stessa dorme, ne fa una donna reale vicina si alle muse ma a quelle della tradizione classica, possedute dagli dei. Sensuale Fiammetta come la sirena Partenope.
“O chi che voi vi siate, o gratiosi
animi virtuosi,
in cui amor come ‘n beato loco
celato tene il suo giocondo focho,
i’ vi priego c’un poco
prestiate lo ‘ntellecto agli amorosi
versi, li quali sospinto conposi
forse da disiosi
voler troppo ‘nfiammato; o se ‘l mio fioco
cantar s’imvischa nel proferer broco,
o troppo è chiaro o roco,
amendatel acciò che ben riposi.”
Dunque proviamo ad immaginare insieme. Siamo nei luoghi di quell’incontro, è tardi, i vicoli e le piazze cambiano colori ed atmosfere, la voce della guida ci rapisce insieme al rosso, il colore della passione e del tramonto. Quiete e turbinio dell’anima possono avere la stessa tonalità. Non basta, la voce di colei che ci indica il percorso racconta la storia del nostro poeta e della sua sensuale bella, poi una poesia. Ungaretti ci parla, ci parla della luna, e la luna ci accompagna nel nostro peregrinare. I vicoli profumati di cibo e colorati di persone raccontano una favola, divengono arte, o meglio si rivelano arte.
Quale grido
Nelle sere d’estate,
spargendoti sorpresa,
lenta luna, fantasma quotidiano
del triste, estremo sole,
quale grido ridesti?
Luna allusiva, vai turbando incauta
nel bel sonno, la terra,
che all’assente s’è volta con delirio
sotto la tua carezza malinconica,
e piange, essendo madre,
che di lui e di sé non resti un giorno
neanche un mantello labile di luna.
Dal sonetto al sovvertimento dello stesso, Ungaretti nell’endecasillabo si sentiva imprigionato, la sua poesia si adatta di volta in volta a se stessa. La rottura dell’ermetismo con la tradizione riempie significato e significante senza bisogno di ricorrere all’artificio stilistico. La luna ricorre spesso nei suoi versi, quella stessa che fa capolino tra le facciate dei palazzi storici del ventre del capoluogo campano. Nei vicoli dei quartieri a nessun astro è consentito l’ingresso per intero. Di nuovo il desiderio si avverte di questa allusiva luna, ma allo stesso tempo il dolore, non è forse vero che fin dall’antichità eros e tanatos si accompagnano l’un l’altro?
Tradizione e suo rovescio, come nelle viuzze del centro dove non è possibile riportare allla luce i resti del’antico teatro greco-romano poichè le sue mura si fondono oramai con quelle dei palazzi storici in superficie. Come si potrebbe operare una scelta?
La dottoressa Ludovica Capano possiede due meriti, oltre ad essersi inserita con la sua iniziativa “Percorsi insolitamente guidati” http://www.ludoviguida.com nella più ampia settimana della cultura si è creata questa iniziativa cucendosela addosso, dimostrando che la passione può essere contagiosa. L’arte e la letteratura sono cose vive, ci si può girarae dentro come fossero città. I percorsi che propone l’nsolita guida sono sette, due in particolare quelli proposti per questa specifica iniziativa. Sarà forse azzardato paragonare strade e suoni popolani alle opere dei grandi, ma forse lo è per chi non ha mai, quando le voci diventano echi e le atmosfere accompagnano il godimento, girato e goduto del reticolo di vicoli del centro. I panni stesi ad asciugare in penombra magari di fronte al plenilunio, credetemi, sono pura lirica.