Scrive: Luca Bianchini. Dirige: un pizzico di magia.
No, non è la presentazione di una canzone in gara a Sanremo, ma due indicazioni (giusto due) su un libro che ho trovato profondo e originale.
Due portieri, uno d’albergo, l’altro di calcio. Entrambi guardano una porta, se così si può dire, e questo è l’unico elemento che li accomuna. Questo fino al giorno del loro incontro che sarà sinonimo di rinascita e redenzione.
Lo sfondo è Venezia che, come spesso accade, diventa la terza protagonista del romanzo. Con la sua laguna e le sue gondole, i paesaggi da cartolina e il dialetto. Ma a dirla tutta, qui i personaggi son tanti, chi entra, chi appare, chi si stabilisce, chi compie una toccata e fuga… insomma chi più ne ha più ne metta. Ma torniamo a noi. Dicevo, i protagonisti, certo. Beh c’è Giacomo, portiere di un albergo a Venezia, e Rafael, ex portiere di calcio, brasiliano (la presenza di diverse culture mescola ancor di più le carte della partita). Il primo è una figura anonima, come tante, che vive la propria quotidianità attraverso un lavoro fatto di gesti istituzionali e posizioni e dialoghi convenzionali, fino a quando un giorno decide di entrare a contatto per la prima volta con la vita reale. Insomma l’affronta. Il suo personaggio richiama un po’ il portiere del celeberrimo Pretty Woman (colui che insegnò alla Roberts come usare le posate per intenderci), uno che sta lì, inerme, passivo, con la speranza un giorno forse di…
Il secondo protagonista rende funzionale la figura di Giacomo. Rafael infatti non fa altro che incontrare per caso il “portiere” dandogli la possibilità di guardare dinanzi a se stesso. Infatti mentre Giacomo vive in funzione di un fantomatico incontro con la donna della sua vita (dopo cinque anni di attesa) sposata, ricca ed egoista, Rafael ha deciso di donare il suo tempo e il suo cuore ad un’attrice di telenovelas che sta cercando in ogni modo di incontrare. L’incontro tra i portieri darà vita ad un equivoco e accattivante rapporto che si muoverà tra grandi punti di domanda e grosse mura di certezze da abbattere. Grazie all’aiuto reciproco impareranno a scoprire molto di loro stessi e impareranno soprattutto a capire cosa vogliono veramente dalla vita.
A questo triangolo (non dimentichiamo Venezia!), ah no, siamo passati a cinque! si aggiungeranno altre due donne, una giovane cassiera meridionale che per fuggire dalle apprensioni familiari ha deciso di vestirsi da Lady Gaga e una prostituta di lusso, Frida, che crede di essere come Gesù. Infine c’è l’albergo, con tutti i suoi clienti e le piccole incombenze quotidiane, casa di Giacomo, luogo di incontro/scontro di tutti i personaggi e unica scenografia del romanzo.
Questo romanzo è un casino, ma un casino simpatico, dolce, amaro, malinconico, toccante, divertente. È una piccola commedia degli errori che diventano esperienza e vita. È la commedia dei pianti e dei sorrisi. Dopotutto niente è più elegante di un vero sorriso.
Luca Bianchini ha commentato così il suo romanzo “Siamo solo amici”: “Questo romanzo racconta molto di me, anche se non mi è capitato nessuno dei fatti narrati, tranne uno, indicibile. Racconta di me perché la mia vita è un po’ così: un crocevia di gente diversa che cerca di affrontare il mondo su una zattera. Non sai dove ti porterà la corrente, ma sai che così il viaggio farà meno paura.”