L’ultimo romanzo di Flavio Pagano, Perdutamente, è spassosissimo. Ed è un fatto straordinario se consideriamo che tratta di un argomento spinoso e doloroso come l’Alzheimer. La vicenda, infatti, si snoda attorno ad una signora, madre e nonna, ritrovata una sera seduta vicino ad un binario nella stazione di Napoli, con lo sguardo sperduto di chi non è sicuro di dove si trova e non sa che cosa sta facendo. Un passante la scorge e la riconosce: è la madre di un suo amico. Lo chiama, così che possa raggiungerla e riportarla a casa. L’uomo trova sua madre in stato confusionale, intenzionata a fare un viaggio verso non si sa dove e con una lettera dal contenuto misterioso in mano; è l’inizio di un avventura malinconica, dolce, difficile, quella di una famiglia che si trova a dover accudire un’anziana signora che sta perdendo la memoria.
Ed è proprio questa famiglia allargata la protagonista del romanzo: marito e moglie, un figlio piccolo, scalmanato e incontrollabile, un altro figlio appena diventato maggiorenne perennemente chiuso in camera con la fidanzata spagnola, il fratello del marito, un uomo silenzioso, evanescente, di solito intento a dormire o a fissare il muro. E poi c’è la nonna, la cui progressiva perdita della memoria segna il passare del tempo nel libro. Uno dietro l’altro, si succedono avvenimenti paradossali, che mi hanno fatto ridere tantissimo, come mi capita raramente quando leggo un libro, accompagnati da momenti di riflessione pura del narratore, il capofamiglia, al quale appartiene una visione del mondo non convenzionale, originale, mai banale.
Attraverso i pensieri del protagonista e le varie rocambolesche avventure in cui viene a trovarsi, l’autore riesce a toccare molti tra gli interrogativi che l’uomo i fa da secoli: il senso della vita e il significato della morte, il tempo, la famiglia, l’amore, il dovere. In alcuni casi l’apparizione di formidabili sentenze lascia il lettore positivamente stupito e lo costringe a cominciare lui stesso una profonda riflessione: “perché cerchiamo sempre una logica nei singoli fatti, quando viviamo in un fenomeno complessivamente assurdo quale è l’apparizione della vita nell’universo?”. Non mancano accurate e personali descrizioni della città di Napoli, la quale, anche per me che abito dall’altra parte d’Italia, apparein continuazione vivida davanti agli occhi.
Grazie anche agli interventi metaletterari (il protagonista tenta di collocare la storia della propria famiglia in un genere letterario, passando dall’epos al saggio), uno degli aspetti più interessanti e originali del romanzo, questo libro assume una veste innovativa e interessante per diversi tipi di lettori. Senza dubbio è un libro scritto molto bene, in cui l’amabilità dello stile si coniuga con una potente immaginazione non convenzionale.