Non dedicarmi troppo tempo,
non pormi tante domande.
Non sfiorare la mia mano
con i tuoi occhi buoni, fedeli.
Non seguirmi in primavera
lungo le pozzanghere.
Lo so: una volta ancora, nulla
verrà fuori da questo incontro.
Forse pensi: è per superbia
che non mi vuole amico.
Non la superbia-l’amarezza
tiene così alta la mia testa.
Bella Achatovna Achmadulina
L’indifferenza è un’arma, un’arma di difesa.
Bella Achatovna Achmadulina è stata una poetessa russa. Un nome contemporaneo, che tuttavia è già storia: classe 1937, è scomparsa appena 2 anni fa, nel 2010. La sua firma è legata a bellissimi testi, tradotti in tutto il mondo, che hanno consacrato la sua celebrità. Lavorando nel solco dell’innovazione, anche formale, riesce a essere comunicativa e originale al tempo stesso. Questo componimento è senza dubbio uno dei più noti e dei più incisivi.
Il protagonista della poesia rifiuta un’amicizia. Concedere una possibilità è ciò che viene negato. Perché? Come è possibile girare le spalle a chi ti offre, implorante, il suo affetto? Ebbene l’esperienza la fa da padrone.
A prima vista la freddezza e il distacco, la noncuranza verso “gli occhi buoni, fedeli” dell’altro potrebbe apparire superbia, alterigia. La chiusa della poesia rivela però il senso e risponde al lettore. Il movente del rifiuto è l’amarezza. Questo stato d’animo che irrigidisce le pareti del cuore, le rende acide, e sorde al dolce richiamo. L’aspettativa dei bei momenti non ha nessuna eco nel cuore di chi è vino dall’amarezza. L’amarezza, così intesa, è un limite ma è anche uno scudo. Le domande sono inutili, di risposte ce n’è una sola.
Dunque questo testo apre uno spiraglio di riflessione sul tema dell’amicizia, ponendo però l’accento sull’altra faccia della medaglia.
Gli altri possono fare male, forse anche inconsapevolmente. Dopo il sole, viene sempre la tempesta, sembra quasi ci suggerisca la poetessa. E allora ecco che talvolta si preferisce oscurare il sole, rinunciare alla luce, per non affrontare più le tenebre, per non soffrire il vuoto della solitudine.
Se ci si scosta un attimo dalle righe del testo e si traspone il messaggio su un piano più generale si potrebbe quasi dire che tutto ciò è un esito dei tempi attuali. Il presente ci insegna a non fidarci.
Una poesia cupa, amara davvero.