451 gradi Fahrenheit è la temperatura a cui brucia la carta. Questo è l’unico indizio che Ray Bradbury ci da circa il titolo di questo pilastro della letteratura di fantascienza.
Riuscireste ad immaginare una terra su cui i libri sono diventati così pericolosi da essere condannati al rogo? È proprio quello che accade nel mondo di Fahrenheit 451, un mondo su cui persone come noi, amanti e cultori della lettura sono ricercati dalla legge perché macchiati del “reato di lettura”. Una terra che brucia in grandi, enormi, roghi, appiccati e controllati dai vigili del fuoco, i libri rimasti illesi. Tutti i cittadini che possano essere chiamati tali, devono istruirsi attraverso la televisione che, com’è ovvio, essendo l’unico canale di informazione, viene sfruttata dal governo per manipolare le informazioni e plasmare le menti.
Il protagonista di questa storia è Montag, la cui storia è molto simile a tante altre, vigile del fuoco, moglie maniaco depressiva, istruzione televisiva e una routine noiosa che lo aspetta tutte le mattine. Montag è una persona curiosa, generosa e sicuramente non è più innamorato della donna che gli si stende accanto nel letto freddo. La sua storia comincia con una condanna, Montag decide di leggere un trafiletto di un libro che stava per bruciare, da lì la fame insaziabile di carta, non trova più fine ed irrimediabilmente comincia a leggere e leggere.
Un mondo così programmato e fermo però non è un luogo aperto al cambiamento, le uniche verità ammesse arrivano dal tubo catodico e quindi, Montag sarà inseguito al punto tale da dover lasciare la città. L’unica sua salvezza, sarà rappresentata dalla scoperta di un piccolo gruppo di persone, le quali, oltre le mura della città, si ripropongono di salvare la civiltà umana attraverso la loro fervida memoria.
Un libro appassionante in ogni suo passaggio, non lo si può negare. Nato dall’ampliamento di un racconto, pubblicato in Italia in due puntate dalla rivista Urania, col titolo adattato di Gli anni del rogo (the Fireman), Fahrenheit 451 resta uno dei grandi pilastri della fantascienza sociologica. Il libro riprende molti filoni in voga negli anni ’50 come la censura, il consumo di massa e l’alienazione, i tre mostri del ‘900, insomma.
Molto interessante all’interno del libro è il meccanismo di filtraggio delle informazioni, infatti, in città i cittadini sono costretti ad imparare tutto ciò che devono dalla televisione, quindi le informazioni e la cultura dell’umanità vengono filtrati attraverso strumenti tecnologici. Fuori dalla città però, il meccanismo è molto simile, perché la cultura vieni filtrata attraverso la memoria di pochi eletti che, sebbene possa funzionare eccellentemente, è pur sempre un mezzo deviante e personale.
Questo filone è solo uno dei tanti che Fahrenheit lascia in superficie essendo un libro di critica minuzioso e sagace.