Una maledizione contro il diavolo
Lucifero Sansfoi
Varlet Sansfoi
Omer Perdieu
I.B. Perdie
Billy Perdy
Ti strapperò le
budella da Durham
a Dover
e le affosserò
a Clover –
Ti farò incidere i salmi
nella tua
mandibola –
Le tue vittorie
vanificate –
Tu incarcerato sotto
ad una gonna di pietra
di una donna –
Una donna cieca petrosa
senza budella
e solo una bilancia –
I tuoi pensieri & lettere
verranno dispersi
a Beth
(gaelico per tomba)
La tua filosofia
ti verrà ricacciata su
per il naso –
Le tue confidenze
e i tuoi saggi banditi
in sale da ballo
da serramanico
a serramanico
– Il tuo ultimo
duello con le
mazze –
L’essenza del tuo
segreto accoppiato
a ranuncoli
& morente
La tua guida a 32
città europee
fatta crosta in Isaia
– La tua barba rossa
irrisa
Rovine di dolmen
nelle edizioni
dello Squallido –
I tuoi santi e
Consolazioni lasciati in eredità
– Il tuo pratico volume
arrotolato dentro
ad un’urna –
E tuo padre
e tua madre insudiciati
al pensiero di te
inutile senza prole
verminaio
– Giaci
lì, tu
regina di un solo
giorno, in attesa
che le “nebbie
risucchiate da una cancellata”
ti tormentino
La tua bellezza dolciastra
scoperta da Nessuno
nel suo nascondiglio
finché da te
non usciranno bave
per mancanza di compiti,
energia, e tutto
il resto –
Brivido farfugliante
fossa OOOH!
L’ospedale
che ti seppellisce
sia Baal,
il becchino
Yorrick
& lo spalatore
stalliere –
I miei pomodori rosei
schizzano
dalla tua tomba
schifosamente marcia –
Il tuo profilo,
un tempo
alla Greta Garbo,
scambiato per terra –
si dibatte in un qualche
fiordo fino a
Sheol –
E la sua timida
cassa acustica
strangolata
dalla terra
antimenzogna
per sempre.
Possano le nuvole
impegnate di Noè
dissolversi per il dolore
di te –
Possa la creta Rossa
essere il tuo centro
& tessuta nelle gole
di maiali, cinghiali,
gasati & ladruncoli
& data alle fiamme
con Stalin, Hitler
& compagnia bella –
Possa tu morderti
il labbro perchè
ti è negato
incontrare Dio –
oppure
Costringimi a botte in bar
– Amen
L’elemosiniere,
la sua tazza è
senza fondo,
nè io ho un orlo.
Diavolo, tornatene
nelle caveerne rossicce.
Jack Kerouac
Tra le “Poesie Beat” di Kerouac troviamo questo componimento che di primo acchitto può davvero sorprenderci, lo scrittore di “On the road” o de “I vagabondi del Dharma” è davvero irriconoscibile. Nessuna tessitura logica, temporale, narrativa; nessun scapestrato ragazzo preso da diari di teenagers annoiati ed intelligenti questo Jack è ben più affine a quello scrittore di Lowell, Massachusetts, che stese “Il dottor Sax”, lavoro meno famoso ma senz’altro più vicino alla voce poetica del guru della beat generation.
Il poeta viaggiò e lesse moltissimo nella sua vita ritornando però sempre tra le braccia dell’adorata madre con la quale aveva un rapporto davvero violentemente forte; le sue poesie sono incredibilmente cariche di immagini, di idee, di maleducati pensieri estrapolati dall’antiestetica scelta di vivere, e spesso di scrivere, di questi nuovi artisti .Questa “lettera”, queste minacce verso il Diavolo sono un esempio perfetto del suo tentativo artistico di passare dal reale all’ assurdo, dell’agganciarsi alle bocche ed ai denti ed alle mani ed alle voglie che giorno e notte vive ed ascolta, e ciò ch’è intangibile ed egli vorrebbe addirittura comandare. Questo Kerouac è forse più ricco di reminiscenze e paure, di terrori di dolore e di morte, di drogate visioni obese di luminescenti neon che spiccano di notte. Natura e psicologia, rami e spaventi, speranze richieste e profumi adorati da vagoni rumorosi.
Sax cammina a lunghi passi silenti sulle foglie di melo nella sua misteriosa notte tuffata nel sogno (Il dottor Sax – Jack Kerouac)