So che l’amore è come le dighe:
se lasci una breccia dove possa infiltrarsi un filo d’acqua,
a poco a poco questo fa saltare le barriere.
E arriva un momento in cui nessuno riesce più a controllare
la forza delle barriere.
Se le barriere crollano,
l’amore si impossessa di tutto.
E non importa più cio’ che è possibile o impossibile,
non importa se possiamo
continuare ad avere la persona amata accanto a noi:
amare significa perdere il controllo.
Paulo Coelho,
“Sulla Sponda del Fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto”.
Amare significa perdere il controllo.
Se avessi coraggio me la farei tatuare addosso questa frase. Magari è la regola numero uno da seguire quando si ama: lasciarsi andare. Essere un po’ incoscienti e lasciare una piccola breccia, una piccola fessura, una piccola imperfezione.
Ogni volta che leggo Paulo Coelho mi lascio trasportare nelle vite e nei mondi di protagonisti schiavi e padroni dell’amore ; ogni storia è condizionata dal sentimento. Ogni storia si lascia trasportare dalla corrente dell’amore, come un fiume, si lascia andare ad ogni suo capriccio, e ad ogni sua variazione. Poco importa che ora sia un ruscello calmo e sottile, perché prima o poi diventerà una cascata feroce, spezza il legno , corrode la pietra, trascina con se qualsiasi cosa. E niente è più forte di quella corrente. “Sulla Sponda del Fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto ” è un romanzo, in forma di diario. Sono le pagine di una ragazza che, dopo una sorta di cammino spirituale, decide di vivere la vita fino in fondo, e quindi anche di lasciarsi andare all’amore, senza badare alle sue conseguenze. E questo passo , mi è così rimasto impresso che ho voluto condividerlo con voi, tendervi la mano e portarvi con me , farvi guardare con gli occhi di Pilar, la protagonista, che cos’è l’amore, com’è l’amore e soprattutto come bisogna arrendersi ad occhi chiusi. E’ tipico dei libri di Coelho trovare tre le righe di un semplice romanzo veri capolavori di poesia, non tanto per la metrica o per i termini aulici ( che si sarà capito non preferisco ) quanto per le sensazioni che suscitano , quanto per il fatto che sembrano vestiti che stanno addosso a tutti, sono “ gioie e dolori” che abbiamo provato tutti.
E arriva un momento in cui nessuno riesce più a controllare
la forza delle barriere.
Se le barriere crollano,
l’amore si impossessa di tutto.
Non è facile. In nessuno dei casi. Non si decide mai per davvero, quell’attimo prima di cadere, quando si è in bilico tra la ragione e la follia, quando dall’altro lato della riva ci aspetta il dubbio e l’avventura di amare,amare davvero, senza freni ,senza ragione ,senza ragionamenti, senza regole né rimpianti, senza rimorsi, senza proibizioni e chi se ne frega di tutto il resto. Non si decide mai per davvero, quell’attimo prima di voltare la testa a quel rivolo di acqua che , lo sappiamo bene, distruggerà la diga che tiene calmo il fiume. Non si decide mai per davvero di ignorare la futura inondazione, con la sua distruzione e i suoi danni, le sue ferite e le zavorre che si porta dietro. Non si decide mai per davvero perché … perché si, nessuno riesce a controllarlo . Perché una volta che si rompe la diga e l’acqua prende tutto, non c’è niente che sia incontaminato, come il sorriso la mattina, la carezza di pomeriggio, il bacio di notte. Ogni canzone, ogni frase, ogni odore, ogni rumore, ogni leggero fruscio di foglia risuona di una sua parola, di un suo sguardo o di una sua risata. Si prende tutto. L’amore si prende tutto. E lo amplifica. L’amore si prende anche i difetti e anche i dolori, l’amore si prende anche le differenze e le urla. E rende enormi e invalicabili anche quelle. Enormi e invalicabili come l’amore stesso, come la diga che è stata spezzata e non c’è modo di metterla a posto perché il fiume è cambiato oramai,quella è la sua forma e quella è la sua forza.
D’altronde un fiume si può mica fermare ?