Á rebours di Huysmans, Controcorrente nella traduzione italiana più famosa (io ho letto quella di Fabrizio Ascari), è passato alla storia come “Bibbia del Decadentismo”. Si tratta di un romanzo-saggio che racchiude in sé tutte le caratteristiche del movimento letterario e artistico sviluppatosi in Francia alla fine dell’Ottocento, che prende appunto il nome di Decadentismo. Chi ne faceva parte deplorava il tempo presente, sentendo di stare vivendo un’epoca analoga a quella della fine dell’Impero Romano.
La trama del romanzo è quasi del tutto inesistente, ed è questo uno degli aspetti più peculiari di questo libro. Des Esseintes, giovane aristocratico stufo della vita di società a Parigi, saturo di piaceri e dolori, malato nel corpo e nello spirito, decide di ritirarsi a Fontenay, in una villa in cui le uniche altre presenze umane sono due domestici quasi invisibili, che hanno il compito di occuparsi di lui e della casa senza farsi sentire o vedere. I ricchissimi capitoli iniziali sono dedicati alla descrizione dell’arredamento della casa, con lunghissimi cataloghi di colori, stoffe, materiali vari usati per rendere le stanze il più possibile ricercate e uniche, perfettamente rispondenti all’umore e ai desideri del proprietario.
Des Esseintes trascorre le sue giornate a leggere, a osservare opere d’arte, a creare eccentriche sinfonie di liquori; gioca con i profumi, con le piante. Ogni capitolo del libro è un compendio di nozioni e opinioni su un determinato argomento, per esempio sulla letteratura latina. È interessante notare come il protagonista disdegni apertamente tutto ciò che è notoriamente amato da tutti. Se una cosa, che sia un libro un fiore o un profumo, è considerata bella, importante o ben fatta dalla società, dai critici, dal popolo in generale, allora verrà prontamente scartata, deprivata del suo valore artistico con frasi taglienti e motivazioni originali.
Non è un libro semplice da leggere. Molte parti possono risultare noiose, poiché vi si trovano lunghissimi elenchi, spesso complicatissimi, con un lessico specialistico ed eccentrico, non di immediata comprensione. Tuttavia, una volta assimilato il meccanismo che ne sta alla base, e una volta abituatisi con il progredire della lettura a questo stile così ricco, il lettore non può non riconoscere la novità e la genialità di questo autore. La morbosità e l’asocialità del protagonista scaturiscono da particolari finissimi, dal brillio di una gemma, dalla pennellata di un quadro, da un verso di Baudelaire, poeta fondamentale per questo libro e per il suo autore. Tutto contribuisce a creare un’atmosfera soffocante, satura di colori, odori, sensazioni tattili.
È scontato constatare quanto questo romanzo sia importante per la letteratura europea, basti pensare ai due libri che nascono proprio grazie a Controcorrente: The Picture of Dorian Gray di Oscar Wilde e Il piacere di Gabriele D’Annunzio. Un libro tanto difficile quanto importante, insomma. Un libro molto denso, molto bello.