Nel colmo della notte, a volte accade
che si risvegli, come un bimbo, il vento.
Solo, pian piano, vien per il sentiero,
penetra nel villaggio addormentato.
Striscia guardingo sino alla fontana,
poi si sofferma, tacito in ascolto.
Pallide stan tutte le case intorno;
tutte le querce mute.
Rainer Maria Rilke
Quando il vento parla, vi siete mai fermati ad ascoltarlo?
Vi è mai sembrato di sentire delle voci trasportate da esso? Vi siete mai fermati ad annusare gli odori che il vento trascina con se, così stranieri , leggeri ed invisibili? Quando la notte, bussa alla porta, vi siete mai avvicinati alla finestra per aprirla? E lasciare che il vento vi avvolga, scivoli sotto le vesti, ghiacci la pelle e i pensieri, portando via con se quelli troppo pesanti, solo con un turbine di aria e profumi che sconvolgono. Da piccoli si ha paura della voce che il vento assume nelle tristi sere invernali, non si riesce a cogliere le parole, paiono quasi urla di mostri lontani, di mondi fantastici visti solo in tv o nei libri di favole. Con il tempo poi, se si appartiene a quella rara schiera, ormai ,quali sono i sognatori, ci si ferma ad ascoltare, ad annusare, a porgere la mano al vento, come se fosse un compagno d’avventura, da accarezzare, a ritmo delle sue parole ormai comprensibili, le sue mani calde come la stagione che accompagna ; come fosse un antico conoscente, familiare e affascinante, che ci prende per mano, fa volare le foglie e la polvere e per pochi istanti fa dimenticare della gravità che ci tiene attaccati alla terra.
Nel colmo della notte, a volte accade
che si risvegli, come un bimbo, il vento.
Rainer Maria Rilke era un poeta austriaco, lo sguardo un po’ altero, severo. Frequentava la scuola militare, per lasciare poi tutto e studiare a Praga. E lì, s’è lasciato affascinare dalle strade, dalle luci, dalle persone, forse anche dal vento e ha donato la sua vita intera alla parola. Alla poesia. Una poesia tutta sua, piena di malinconia, ricordi, sensazioni vive , quasi melodiche.
Ha viaggiato, ha amato, ha sofferto. Si è dichiarato schiavo dell’arte e di tutte le sue forme ( esemplare è il ritratto che Rodin ha fatto di lui ).
Striscia guardingo sino alla fontana,
poi si sofferma, tacito in ascolto
La prima volta che ho letto questa poesia l’ho subito amata, risveglia la mia immaginazione già alla prima riga; si forma, chiara e precisa, nella mia mente l’immagine del vento che striscia, scivola silenzioso accompagnato dalla nebbia, lungo le vie di un villaggio addormentato, magari uno di quelli nelle campagne austriache, come fosse una fiaba antica, carico di suoni e premonizioni, le case silenziose, e gli alberi, silenti spettatori di messaggi che l’uomo non sa più ascoltare.