Una vita di un uomo dura quanto tre cavalli e tu hai già sotterrato il primo
Lo scrittore di origine napoletana Erri De Luca narra nel libro Tre cavalli la storia di un uomo che raggiunta l’Argentina per amore di una ragazza si trova coinvolto nella guerra contro la dittatura, guerra che gli porta via oltre alla sua giovinezza incontaminata anche la sua sposa; comincia il suo viaggio in America dove cerca di dimenticare e di dimenticarsi lavorando come giardiniere; Incontra una donna, Laila, in Italia, una prostituta che a lui concede il cuore e della quale a sua volta si innamora.
E’ un libro carico di ricordi questo, sebbene il protagonista non crede nel passato e nell’avvenire: i suoi continui flashback che irrompono in una conversazione con il suo nuovo amore o mentre è impegnato nel suo lavoro o mentre è in osteria intento a mangiare qualche crosta di pane lo disarmano,lo rubano e lo riportano di nuovo lì, nel presente che sa ancora di Argentina, perchè quella terra fa ormai parte di lui, ne porta addosso l’odore e nel cuore le ferite.
E’ un uomo solo il narratore protagonista, solo tra i suoi alberi, solo con le sue mani forti temprate dal lavoro duro, portate per ogni dove…è un uomo che si accompagna ai libri,a quelli non rinuncia mai, libri vecchi come le storie che contengono, libri che hanno vissuto e le cui pagine sono addomesticate a dovere, non come quelli nuovi
Leggo solo libri usati, li appoggio al cestino del pane, giro pagina con un dito e quella resta ferma.Così mastico e leggo; i libri nuovi sono petulanti, i fogli non stanno quieti a farsi girare, resistono e bisogna spingerli per tenerli giù; i libri usati invece hanno le costole allentate , le pagine passano lette senza tornare a sollevarsi
Sembra quasi che Erri De Luca ci mostri un uomo che si vive nel presente, nella seconda vita di un cavallo destinata a morire per dare vita alla terza fase, ma che con lo stesso presente non sia poi così legato: non è legato più a nulla forse.
L’amore, solo quello; l’amore di un uomo che sa che dovrebbe amare in maniera diversa perchè ad ogni età, ad ogni cavallo, corrisponde un modo di lasciarsi andare, il lusso di vivere più o meno intensamente…
La sua donna ritorna, quella che gli ha presentato l’Argentina, quella che lo fa stranire, quella che gli fa pensare ai giorni del sud…
L’amore allora è scambio di abbracci affondati, un bisogno di nodo; e in fondo a ogni stretta finita, in fondo al darsi pace, resta non detto un addio indurito.
Strano sapersi perduti tutti i giorni e non dirsi mai addio….
Ritorna certo, al mattino a volte, alla sera o negli occhi di Laila.
E’ una fase finita, un altro cavallo che se ne va…l’inizio di qualcosa di nuovo…ha imparato il nostro narratore che la cartina geografica è poca roba quando la si vive davvero, quando si porta il proprio corpo in giro per il mondo e si scopre che il sud non è poi tanto sud, è un cappello, la sua fuga creduta verso il fondo, si rovescia in alto; è su uno scoglio, aspetta il tuffo.
Mi stacco da quello che sono quando imparo a trattare in altro modo la medesima vita.
Mi rado in poca luce la faccia bagnata e il rasoio prova un altro verso di passare la pelle.
Metto il libro nella tasca di dentro della giacca, me l’appunto sul petto dall’interno.Nel vecchio posto dell’arma ora c’è il tutt’altro
Tre cavalli è un libro dall’andatura frammentata, a volte accellera delle volte si ferma …va letto tutto d’un fiato con lo stesso fascino col quale si osserva un cavallo ribelle che la natura stessa nel corso degli anni addomestica